Crescita e sviluppo non si fanno per decreto.Ma serve anche quello
Oggi approda in Aula a Montecitorio il Decreto per la Crescita. Molte misure di intervento ma poche risorse. Questo non deve influenzare il giudizio: contiene vittorie importanti. La crescita non si fa per decreto ma creando un contesto favorevole all’impresa. Ecco come per esempio
Nell’intervista a Il Sussidiario.net, Raffaello Vignali, relatore del provvedimento, illustra il contenuto del Decreto per la Crescita. “Poche battaglie ma incisive” in particolare:
- Introduzione di sanzioni disciplinari per i responsabili del procedimento della pubblica amministrazione che non rispettano i termini di legge per permessi, autorizzazioni, licenze etc. Le lungaggini della pubblica amministrazione sono la prima causa dei mancati investimenti produttività del nostro Paese
- Lo spostamento del pagamento dell’IVA al momento in cui si incassano effettivamente i corrispettivi e non più all’emissione della fattura per tutte le micro imprese che hanno un volume d’affari fino a 2 milioni di euro che è il limite consentito dalle norme europee
Leggi anche “Continua a mancare la certezza del diritto” via Il Sole 24 Ore
Sono state approvate anche altre misure per le piccole imprese e sono ricapitolate qui (Via Il Sussidiario.net). Dalla Camera esce un testo di politica industriale che non finanzia pochi settori ristretti o poche grandi imprese. Speriamo che sia l’inizio di un nuovo percorso.
Leggi anche “Nostro contributo a decreto sviluppo fondamentale”
Secondo gli ultimi dati pubblicati dalla CGIA di Mestre, la burocrazia è una tassa occulta che soffoca le Pmi con un aumento di 3.4 miliardi di euro rispetto a un anno fa (+14.7%). Ce lo possiamo ancora permettere?
4 thoughts on “Crescita e sviluppo non si fanno per decreto.Ma serve anche quello”
Euro, Unione Europea e Stati Uniti d’Europa.
Mi fa piacere constatare che, dopo 2 anni che lo scrivo, se ne sia accorto anche l’Ex Ministro Brunetta.
Un saluto a tutti, come potete leggere sotto, sul mio articolo, la speranza era quella di fondare in 4 o 5 gli Stati Uniti d’Europa con un Euro Pesante ed accettare singolarmente gli altri dell’Unione man mano che si rendevano disponibili a perdere la sovranità nazionale (quello che hanno fatto gli Stati Uniti d’America aggiungendo Stelle alla Bandiera) ma l’attuale “Mostruosità” di avere Stati Sovrani che prendono i Soldi a “strozzo” da una Banca Privata che li stampa, con la garanzia di non poter mai ripianare il debito (più soldi ci facciamo stampare più il debito cresce) mi fa pensare che staccandoci non saremmo noi a “colare a picco” ma gli “altri”; è vero che inizialmente avremmo un forte svalutazione con inflazione e perderemmo circa il 30% ma lo perderemmo anche del nostro debito e le nostre aziende riprenderebbero “fiato”. Vorrei tornare ad uno Stato Sovrano con una Moneta Sovrana; in estrema sintesi o ci Uniamo o ci Dividiamo, lo stare a metà è “Folle”.
http://www.studiostampa.com/2010/03/unione-europea-e-stati-uniti-deuropa.html#comment-form
per gli interessi strozzini di equitalia..non siete intervenuti.. grave mancanza..pur volendo saldare il debito..e ricominciare..in questo modo non è possibile..soprattutto quando sono debiti contributivi.. per saldare 40mila euro..chiedono più del doppio.. FATE QUALCOSA E FATE PRESTO
Comments are closed.