Card. Martini: il mio ricordo per il funerale
Migliaia di persone alla camera ardente del cardinal Martini di cui oggi si celebreranno i funerali. Lasciate anche qui il vostro commento di ricordo insieme alle mie parole
Il funerale del cardinale Martini si svolgeranno oggi pomeriggio (3 settembre) alle ore 16 nel Duomo di Milano. Celebrerà il cardinale Angelo Scola in forma solenne. Migliaia di fedeli, oltre 150 mila, stanno dando l’ultimo saluto a al cardinale che il 10 febbraio 1980 prese possesso della Diocesi. Guarda alcune foto pubblicate dal Corriere della Sera.
Io ho appreso la notizia della scomparsa di Martini durante il pellegrinaggio dei Parlamentari in Turchia che quest’anno ripercorre le orme di san Paolo. Insieme ai 30 parlamentari e alle loro famiglie preghiamo per lui e lo ricordiamo come infaticabile promotore del dialogo tra gli uomini di buona volontà e tenace costruttore di vera pace.
Lasciate il vostro commento che leggerò volentieri.
3 thoughts on “Card. Martini: il mio ricordo per il funerale”
Una persona veramente libera, costantemente equilibrata, aperta e attenta, sempre a contatto con la realtà!!!!!!!
Ciao grande uomo….vero amico dell’ umanita’!!!!!!
On.Maurizio Lupi
Io penso che il rifiuto dell’accanimento terapeutico del Card.Martini significa non ritenere “la fine della vita” un nemico da abbattere ma un elemento significativo della comune condizione umana.
Molte volte ci chiediamo se lo Stato o la legge devono intervenire per decidere quando e come una vita sia degna di essere vissuta.
La complessità della realtà deve sempre portarci a considerare molteplici aspetti. La verità è più forte di ogni cosa.
Lo stesso cardinale Ravasi dice che una pura conoscenza scientifica, tante volte, non esaurisce la complessità del reale. E che “la stessa esistenza umana ha bisogno, per essere definita in maniera completa, anche di criteri che sono ad esempio estetici, come la bellezza, la poesia, l’arte, che insegnano delle verità che la scienza, per sua natura, non considera”.
E qui la mia considerazione sulla dignità della vita, che potrebbe percorrere la stessa via della bellezza, magari anche con la B maiuscola.
Certo, l’eutanasia interviene direttamente sulla vita di una persona, ponendone fine; con il rifiuto all’accanimento terapeutico si prende atto che non c’è più niente da fare per dare seguito alla vita su questa terra e che non c’è alcun intervento che potrebbe cambiare la situazione.
Nel Documento della Dottrina della Fede del 1980 si legge:
“Nell’imminenza di una morte inevitabile nonostante i mezzi usati, è lecito in coscienza prendere la decisione di rinunciare a trattamenti che procurerebbero soltanto un prolungamento precario e penoso della vita, senza tuttavia interrompere le cure normali dovute all’ammalato in simili casi. Perciò il medico non ha motivo di angustiarsi, quasi che non avesse prestato assistenza ad una persona in pericolo”.
Inevitabilmente si propone la domanda se la sola parola “imminenza” può fare la differenza. E dove la parola “dignità” può fare da contrappunto (nel senso vero di due melodiche indipendenti, quasi in contrapposizione, che si risolvono in un’armonia musicale) ad una condizione di stato vegetativo irreversibile, senza possibilità di recupero di coscienza di sé e del mondo esterno.
Nel ricordo del cardinale Martini, della sua fede, della sua intelligenza, dei suoi occhi e del suo rispetto verso l’animo di tutti. Di tutti.
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