Maurizio Lupi

 Con Marchionne e Fiat ma ricordando gli aiuti ricevuti
Settembre 18, 2012

Con Marchionne e Fiat ma ricordando gli aiuti ricevuti

Io sto con Marchionne e vi consiglio di leggere la sua intervista di oggi su Repubblica. Eccone qualche passaggio, commentiamola insieme

Sergio Marchionne, in un’intervista a La Repubblica, parla del Lingotto e del futuro della Fiat dopo l’annuncio dell’addio al piano Fabbrica Italia. Leggi l’intervista dal sito di La Repubblica.it “Marchionne: “Manterrò Fiat in Italia con i guadagni fatti all’estero“. Il suo intervento ha scatenato diverse reazioni politiche e ci tengo anche io a condividere con voi il mio giudizio.
“La gente non ha più potere d’acquisto, siamo tornati a 40 anni fa e qualcuno fa finta di nulla. Puntavo sulla riforma del lavoro e invece sul tavolo ho 70 cause aperte dalla FIOM”. Come non essere d’accordo? Non si difende il lavoro se non si punta sulle imprese.
Marchionne si ricordi però che Fiat è stata l’azienda più aiutata d’Italia e quindi ha la responsabilità di investire nel nostro Paese.
AGGIORNAMENTO 19 settembre 2012
Ecco lo schema degli aiuti ricevuti dalla Fiat: 400 milioni solo negli ultimi 4 anni. (via il Giornale).
Fiat ha ricevuto 7,6 miliardi dallo Stato. E ne ha investiti 6,2” via Panorama.it

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36 thoughts on “Con Marchionne e Fiat ma ricordando gli aiuti ricevuti

Roberto Riccardisays:

Egr. On. Lupi
E’ di tutta evidenza che, anche solo ipotizzare di mantenere in vita una azienda sita in un Stato con quanto realizzato in altri, sia contrario a qualsiasi principio di sana economia aziendale.
Quando Marchionne afferma questo, come direbbe un triste personaggio del passato ma ancora presente, sa di saper mentire.
Nel medio periodo completerà la dismissione della presenza produttiva in Italia (sempre che una efficace strategia di marketing non consigli di agire in modo differente).
Il punto non è di mantenere artificiosamente in vita un “mostro” industriale, qualunque esso sia (FIAT, ALCOA, Alitalia, etc), ma di evitare in futuro di sprecare soldi pubblici distorcendo il mercato e alterando la concorrenza col contributo degli ignari italiani.
Ciò che, a mio avviso, sarebbe utile è una normativa semplice, chiara, efficace che responsabilizzi legalmente ed economicamente gli imprenditori che usufruiscono di vantaggi fiscali, finanziamenti, agevolazioni a vario titolo.
Mi permetto di evidenziare che quanto ricevuto da FIAT è stato il frutto anche di accordi governo – sindacati e che gli stessi sindacati FIAT ben si son guardati dall’intervenire mentre FIAT chiudeva i siti di produttivi di Alfa Romeo e Lancia.
Ovviamente concordo con Lei quando puntualizza la responsabilità etica e morale di chi per anni ha ricevuto ma, purtroppo, non mi pare che quell’etica e quella morale siano valori condivisi dal suo interlocutore.
Nella qualità di imprenditore vorrei che i politici fossero attenti all’imprenditoria, prima di tutto in termini etici, nei valori che devono accomunare e fornire l’humus sua cui costruire la propria azienda. Mi spiace constatare che la distanza è ancora ampia. All’inizio della attuale crisi supponevo che, finalmente, ci saremmo liberati degli imprenditori “furbetti del quartierino”; di coloro che avevano vissuto per anni con i sussidi statali, regionali o provinciali; di coloro che omettevano il pagamento dei contributi e delle tasse, etc, etc.
Mi sbagliavo: anche la criminalizzazione di Equitalia (che per quel che mi riguarda merita il più assoluto rispetto), ha nuovamente prodotto e mantenuto in vita gli “imprenditori per finta”.
Sicuramente FIAT deve molto (tutto ?) allo Stato Italiano ma, mi creda, non è la sola azienda in questa condizione. Per anni lo Stato ha sostenuto indiscriminatamente la delocalizzazione senza un piano di politica industriale. Ora stiamo semplicemente raccogliendo i frutti (secchi!).
Cordiali Saluti
Roberto Riccardi

Sandra Manzisays:

Egregio Onorevole Maurizio Lupi,
trovo l’intervista di Marchionne interessante ma soprattutto onesta. Pare che il “caso FIAT” sia la fonte da cui hanno orgine tutti mali. Come sempre, in Italia, anzichè risolvere i problemi si cercano colpe e colpevoli e poi si conclude con un nulla di fatto. Questo caso pare sia stato montato ad arte per gettare altro fumo negli occhi agli italiani. Infatti, non si può colpevelizzare un azienda COMMERCIALE, che non vuole investire soldi in un mercato bloccato dalla crisi. Come si può pretendere che un’azienda, per quanto in passato sia stata agevolata dallo stato, continui a fare investimenti in tempi di forte carestia. La gente non ha i soldi per conmprare da mangiare, siamo vessati dalle tasse. Oltre a questo non dimentichiamoci di quante banche hanno elargito prestiti a tutti favorendo un fortissimo indebitamento, addirittura per andare in vacanza (tanto poi pago piccole rate mensili) Mi può spiegare in una situazione del genere come si possa pretendere che gli italiani pensino ad acquistare una macchina nuova? Consideriamo anche un altro piccolo dettaglio in passato i sindacati hanno fatto un ottimo lavoro, hanno permesso ai lavoratori di avere dei diritti. Purtroppo oggi, abbiamo da un lato dei sindacati che non stanno più dalla parte dei lavoratori, ora sono ricchi anche loro, dall’altra abbiamo dei lavoratori che pensano di avere solo diritti. Da una situazione così squilibrata non esiste via d’uscita è necessario fare un passo indietro, da parte di tutti, per ridare nuovo slancio e linfa vitale ad un paese che oramai è annicilito. Un Governo tecnico, non è la giusta soluzione, a mio avviso, è importante ritornare a elezioni e riprenderci la giusta credibilità in Italia e fuori che ci meritiamo. Cordiali saluti. Sandra Manzi

massimo rsays:

Più che con Marchionne e la numerosa Famiglia Agnelli che vive sulle spalle del Gruppo Fiat sto con le migliaia di lavoratori della Fiat e dell’indotto. Gli azionisti quando non vendono utilizzano correttamente la cassa integrazione, ma quando fanno utili mica ridanno qualcosa alla Stato. Le chiacchiere e le considerazioni stanno a zero. Le colpe sono equamente ripartite tra la proprietà che ha sempre voluto guadagnare grazie agli aiuti Italiani, La Politica che ha svenduto loro un grande marchio coma l’ Alfa , I Sindacati che hanno forse difeso a priori troppo una tipologia di lavoratori avvezzi all’ assenteismo e alla scarsa produttività ( ovviamente non tutti sono così);hanno offerto l’ alibi a Marchione che da buon filosofo ha condotto il gioco come ha voluto. Sta di fatto che la produttività è quella che è e loro fabbricano le auto in Polonia o Kroazia anzichè in Italia e ci propongono in momenti di crisi modelli riciclati americani mettendo bei nomi:Freemo, Thema, Flaminia.Sono cassobni americani pesantissimi. Perchè i Politici e i Sindacati non propongono una moratoria del tipo :concordiamo e concediamo un incremento di produttività per un periodo di un anno,come ce l’ avranno Audi o Wolswagen o altri affinchè il costo auto possa scendere e di conseguenza mettere sul mercato un prezzo aggressivo come fa Citroen che ha molto invenduto. Gli utili se ci saranno saranno in parte dati agli operai che saranno incentivati a fare meglio. Se funziona potrebbe diventare un modello per il futuro. P.s Audi ha creato si una nuova fabbrica fuori dalla Germania ma in Spagna dove produce le Q3. Il nostro costo lavoro è molto maggiore della Spagna ? E la loro produttività?

Giorgio Settisays:

E’ vero che la Fiat ha avuto, in passato, delle immense sovvenzioni dallo Stato; è pur vero che Marchionne ha sempre rifiutato tutto ciò. D’altronde si fa fatica a dar torto ad un imprenditore che deve fare i conti con un tasso di assenteismo spaventoso, con dei sindacati politicizzati che difendono sempre e comunque anche i fannulloni e che hanno contribuito, negli ultimi decenni, allo sfascio di tante aziende o, quanto meno, alla loro delocalizzazione, spesso all’estero. I sindacati e la sinistra hanno delle grosse responsabilità in merito alla condizione disastrosa del nostro mercato del lavoro!

Grazie per il tuo commento

Grazie per il tuo commento!

Ho letto grazie

alberto scapaticcisays:

Caro Maurizio,
sono assolutamente d’accordo con te.
Alberto Scapaticci, Torino

Grazie per avermelo voluto far sapere

luigi de simonesays:

EGR. ON. LUPI, FIN QUANDO VI OSTINERETE A CONSIDERARE L’INPS COME UN TABU’, LE COSE NON POTRANNO CHE PEGGIORARE. I CONTRIBUTI SUL LAVORO POSSONO ESSERE MODIFICATI! OCCORRE UNA BUONA LEGGE SULL’APPRENDISTATO: L’APPRENDISTA, IN QUANTO TALE NON PUO’ ESSERE REMUNERATO COME UN DIPENDENTE GIA’ FORMATO, E D’ALTRA PARTE I PROFESSIONISTI DEVONO AVERE L’OBBLIGO DI DARE UNA PICCOLA REMUNERAZIONE AI LORO PRATICANTI. QUESTA DISCRIMINAZIONE TRA PROFESSIONISTI E NON, E’ ASSOLUTAMENTE ILLOGICA.
IN SECONDO LUOGO, GLI IMPRENDITORI DEVONO AVERE LA POSSIBILITA’DI ASSUMERE FORZA LAVORO SENZA PER QUESTO DOVER VERSARE UNA SOMMA SPROPOSITATA TUTTI I MESI AD UNA PREVIDENZA MONOPOLISTA,ED UNA QUOTA IRPEF ESAGERATA FIN DAL PRIMO MOMENTO.
FINO A QUANDO VI OSTINERETE A NON VOLER CONSIDERARE QUESTE ARGOMENTAZIONI (ANCHE SE LE HO ESPRESSE IN MANIERA GROSSOLANA) IN NOME DI UN AMORE PER IL POPOLO CHE SAREBBE UNA VOSTRA ESCLUSIVA, IL LAVORO IN ITALIA ANDRA’ SEMPRE A RIDURSI, E I MARCHIONNE, PICCOLI E GRANDI, ANDRANNO TUTTI VIA. CORDIALI SALUTI.

L’Italia non è un Paese competitivo, i grandi player prima di investire nel nostro Paese ci pensano, non una ma più volte. Nell’ultimo decennio si è assistito ad un incancrenimento della reputazione della politica e delle classi dirigenti che hanno guidato l’Italia. E’ mancata una guida seria e e pulita, credibile ed in grado di parlare alla gente guardandola negli occhi. Marchionne rappresenta un dirigente di azienda che cerca di tenerla in piedi, e certamente non può rispondere per gli aiuti statali che la Fiat negli ultimi 50 anni ha ottenuto. Il problema oggi è che le auto non si comprano più, nè a torino, nè a Roma, ne a Dortumund nè a Madrid nè a Parigi. L’azienda Fiat è un colosso al collasso, ma lo sono anche gli altri leader mondiali. Occorre far ripartire l’economia e la fiducia, per cui il consumatore possa pian piano tornare a comprare 1 kg di zucchini, ma anche un pullover di cachemire. Occorre rendere il mercato del lavoro più flessibile ma anche più meritocratico, per cui la crescita si misura non per l’età ma per l’intraprendenza, la specializzazione, la passione e la motivazione. Occorre snellire l’ecosistema fiscale, sgravando le imprese da un’imposizione troppo rigida e soprattutto evitando che il ritorno sull’investimento finanziario sia così lungo rispetto a quanto è il costo da sostenere. occorre insomma una serietà ed un rigore ma anche una credibilità che oggi solo i nuovi giovani sono in grado di dare. Non ci credo che non esista un Monti che abbia 40 anni…..scoviamo queste persone, affidiamoci a loro, costruiamo un futuro diverso da quello che oggi viviamo con terrore ed incertezza.
daniele

Grazie per le tue osservazioni sul costo del lavoro che condivido

Un grande lavoro per le imprese lo ha svolto l’on. Vignali facendo approvare all’unanimità lo Statuto per le imprese e con il decreto sviluppo > http://bit.ly/OdX11o

La Fiat sarà stata la più aiutata ma è stata costretta per non licenziare molti dipendenti. Nessuno può permettersi investimenti per costruire auto che non verranno vendute.
Con la ripresa dell’economia certamente tornerà ad investire,sperando che la CIGL maturi e non complichi ulteriormente l’economia.

francesco carneluttisays:

Egregio Onorevole.
La seguo sempre con molto piacere in tutte le trasmissioni televisive,e l’ammiro sopratutto per la sua compostezza,ma sopratutto per la sua educazione.Credo Lei sia uno dei pochi a non offendere mai nessuno,cosa molto nota ai compagni.
Sono un concessionario di automobili e le dico solo che due anni fa le mie concessionarie occupavano circa 110 persone.Ad oggi siamo in 50 e se il mercato procede con questi numeri,presto saro’ costretto a tagliare ancora.Per quanto riguarda la Fiat,Marchionne ha ragione.Se non c è mercato si chiude.Una considerazione pero’ va fatta.Tutti gli anni della gestione Agnelli i soldi erogati dallo stato dove sono finiti?Egregio onorevole con il mercato siamo tornati a 40 anni or sono e il governo Monti CON LE TASSE E LO SPAURACCHIO DEGLI EVASORI ha completamente fermato il mercato dell’auto.Nessuno ne parla ,ma le concessionarie italiane sono tutte in grosse crisi di liquidita,le banche non danno acesso al credito e le case automobilistiche non fanno nulla per sostenere la situazione.Anzi..Entro l’anno in molti chiuderanno ma nessuno parla di quanta gente ,impiegati meccanici ,ecc sono in cassa integrazione e saranno futuri disoccupati.Cosa fa Monti? Non ci fa vendere le auto.Scusi lo sfogo.Buon lavoro

Antonietta Grillosays:

On.Maurizio Lupi
Sono incompetente in materia.A me sembra che in Italia
sia complicato fare impresa per la troppa burocrazia.

Mi hanno parlato della situazione del settore quando sono andato a incontrare gli artigiani all’autodromo di Monza. Grazie per la tua opinione

Grazie per l’intervento. Quanto pesa il rapporto con i sindacati in questa strategia di Marchionne?

Maria Rita Politasays:

Considero Marchionne una persona onesta, leale, che conosce il suo mestiere e che cerca di farlo. Meno stimo i sindacati italiani, che hanno involuto la loro natura: da difesa dei diritti dei lavoratori,nella sana contrattazione/dialogo/scontro con “il padrone” al ricatto, a partire dall’uso dello sciopero; arrivando alla difesa dei lavoratori non per il bene di tutti i lavoratori, ma di “quei” lavoratori (la loro categoria specifica!)comunque, a prescindere dal contesto, persin dall’azione più o meno pertinente del singolo lavoratore, in una alleanza miserrima e mortifera con il potere giudiziario, che nelle contese “sta”, senza se e senza ma, dalla parte del Sindacato e perciò di “quel” lavoratore.
Rischiano così di non rispettare, non dico la verità, ma neanche i fatti,orientando più allo scontro sociale che al bene del Paese, miranti alla rivendicazione dei diritti, senza far pesare gli onorati doveri, secondo la politica del “tanto peggio tanto meglio” per una visione asfittica e livellatrice. Dio ci scampi da codeste prospettive e pusillanerie……In principio non era così. MRP

Bruno Baldinisays:

Ciao Maurizio, sono d’accordo con Te, poi in questo periodo di profonda crisi e di un Governo fatto di slogan e contraddizioni, bisogna stare con Marchionne che dice manterro la Fiat in Italia.
A presto e sempre al tuo fianco.
Bruno Baldini Terni.

Andrea Calettisays:

Stim.mo On. Lupi,
la nostra non è più “una repubblica fondata sul lavoro”, ma “una repubblica fondata sulle tasse sul lavoro”!
Questo almeno finchè in Italia resterà del lavoro da tassare.
Rinfacciare oggi alla Fiat gli aiuti di stato concessi in passato non serve a nulla. La contropartita doveva essere pretesa allora dalla Politica nell’interesse del Paese… e forse non sapremo mai se (e in quale forma) la Proprietà Fiat sia stata riconoscente alla Politica per gli aiuti ricevuti.
Credo che solo in Italia il mercato dell’auto sia stato lasciato sprofondare nella crisi più profonda della sua storia, senza alcun intervento da parte dello Stato, proprio per evitare polemiche e strumentalizzazioni basate sugli aiuti ricevuti dalla Fiat in passato. Forse, almeno questa volta, gli aiuti sarebbero stati giustificati. In realtà più liberiste (Francia, Germania e perfino gli Stati Uniti) le case automobilistiche sono state salvate dai governi.
La Fiat, come ogni altra azienda, deve poter investire o disinvestire liberamente. I progetti di investimento di una società privata non possono essere oggetto di discussione nè da parte dei sindacati, nè da parte dei mass media, nè da parte della classe politica. Gli unici ad avere diritto di discuterne sono gli azionisti.
Ciò che ci deve interessare ora è il futuro del lavoro nel ns. Paese, analizzando attentamente ogni settore. Esistono le condizioni perchè nel ns. Paese una azienda possa realizzare seri progetti di investimento in grado di creare o mantenere un numero elevato di posti di lavoro?
Ciò che oggi dichiara Marchionne, è già stato fatto da molti imprenditori (anche piccoli) che hanno avuto la forza ed il coraggio di delocalizzare intelligentemente le proprie attività negli ultimi vent’anni. Nella mia azienda si è operato in modo analogo con l’apertura di una fabbrica in Romania, ridando nuova competitività ad una società altrimenti destinata al fallimento (e salvando molti posti di lavoro anche in Italia).
Le dichiarazioni di Marchionne non devono stupire. E’ normale che si trasferiscano alcune attività (a minor valore aggiunto e più “labor intensive”) in altri Paesi a basso costo del lavoro e a maggiore produttività. E’ normale che il maggior profitto realizzato si trasferisca in Italia: almeno finchè nel nostro Paese resteranno le attività a maggior valore aggiunto (Marketing, Progettazione, Ricerca e Sviluppo, ecc).
E’ grave che la Politica continui a distruggere anche quei posti di lavoro che potrebbero restare in Italia.
Il nostro Diritto del Lavoro è paradossale quando non addirittura folle! La nostra fiscalità non solo non attira investimenti, ma deprime il lavoro creando costi altissimi e salari reali che cominciano ad essere paragonabili con alcuni Paesi dell’Est Europa.
Come ho avuto modo di scriverLe tempo fa in una mia mail, in un contesto macroeconomico e nazionale come quello attuale, l’ultima Riforma del Lavoro è francamente incomprensibile: aumenta i costi, la burocrazia, la complessità delle regole, la conflittualità, la rigidità in ingresso ed in uscita. Un vero capolavoro.
Di fronte a questo scenario, la mia azienda ha deciso la chiusura definitiva delle attività di produzione in Italia licenziando altre quattro persone. Dell’azienda che a fine anni ’80 dava lavoro a quasi 50 persone, restiamo in 5.

francesco taddeisays:

qualsiasi governo liberale fa il possibile per proteggere le proprie aziende. vada a vedere in francia e inghilterra.

arcangelo annunziatasays:

eg. Presidente,
ho letto con molta attenzione tutto.
O’ sazio nu crere o riun’, si dice a napoli. Una cosa stare a ragionare con un più o meno tranquillo stipendio ed un altra cominciare a percepire che qui sta crollando tutto. io sto con Bonanni, quando dice che se la Fiat chiude ci sono decine di migliaia di persone – tra diretti ed indotto- che non ragionano più, gli viene a mancare il terreno sotto i piedi…costituiscono una bomba sociale.. poi ci sono gl’intellettuali e quelli che non si sono mai calati in una trattativa o che non sanno cosa sia uno sciopero…quelli che per capirci pare che siano contenti di dimostrare le loro tesi “ultraliberiste” quando chiude una fabbrica, che non esitano a dichiarare decotta. Quando vale un dramma sociale, qual’è il suo costo ? Naturalmente nessun si fa o si è fatto mai carico di calcolare, viceversa, quanto lavoro vale, quanto costa, cercare, trovare punti di compromesso (inteso in senso….”ratzingeriano”)per stipulare un buon accordo e salvare una fabbrica…presi dalla soffocante dittatura mediatica del sensazionalismo, condita con l'”oppio” della coscia made in Belen….
ciao
arcangelo

Nelle grandi aziende ci sono problemi che nelle piccole non ci sono e viceversa. Spesso le persone sono numeri e, a mio avviso, è qui che si insinua il sindacato rosso appiattendo ancora di più con lo scusante di difendere i deboli. Che dire … conosco un’imprenditrice preoccupata di far bene il suo lavoro perchè sente la responsabilità nelle sue scelte delle famiglie dei suoi dipendenti. Ecco non credo che sia così per gli imprenditori in generale soprattutto nelle grandi aziende dove si guarda al guadagno nel breve periodo e non si progetta più come forse è stato un tempo. Occorre, a mio avviso, un lavoro culturale a partire dalla classe dirigente fino alla base. Sono sempre più convinta che un buon manager la gavetta la dovrebbe fare dal basso (nel senso che prima di andare al comando dovrebbe immedesimarsi con chi la “carretta la tira”) il risultato sarebbe certamente più umano. Buon lavoro.

Grazie per il tuo punto di vista. Certamente nelle piccole/medie aziende quello che dici è vero: lo vedo personalmente ogni giorno incontrando gli imprenditori. In una grande azienda è più difficile ma non affatto impossibile.

Grazie per la risposta. Il ruolo di Fiat anche a livello occupazionale è troppo importante. Bisogna che si facciano passi avanti da entrambe le parti perchè non si investe sul lavoro se non si tutelano le imprese.

Grazie per la tua segnalazione. Certamente anche nel nostro paese potremmo fare di più. E in Francia e Inghilterra quant’è il costo del lavoro? Ecco appunto… Questa la prima questione secondo me.

Grazie per la tua stima

Cittadino delusosays:

Egregio onorevole Lupi, siamo stanchi delle parole, l’Italia sta’ fallendo e lei sa’ fare solo parole ???
Un buona proposta per rilanciare l’economia italiana le e’ stata presentata, ma lei continua solo a proporre chiacchiere e non si interessa del suo paese.
Si interessi piuttosto a rilanciare l’economia italiana, gli strumenti per farlo li ha tutti, ma dato che e’ un politico e le richiede molto impegno ….. meglio le paole ed il fumo in faccia alla gente, come sta’ continuando a fare da tempo.
SI ricordi che se l’Italia finisce come la Grecia, lei ed altri suoi colleghi non avrete piu’ una poltrona ne’ uno stipendio, quindi si impegni e faccia qualcosa per il suo paese.
Cittadino deluso

Capisco la tua delusione soprattutto quando le cose vanno male. Ti segnalo comunque i preziosi risultati ottenuti dal lavoro del Pdl per migliorare i provvedimenti di Monti http://bit.ly/HRZH0M e per aiutare il mondo dell’impresa e del lavoro con il decreto sviluppo http://bit.ly/OdX11o

Rocco da Pescarasays:

Caro Maurizio,
ma come, la recessione è iniziata da qualche tempo e bisogna aspettare una gara di formula 1 per scoprire che il mondo va cambiando …. Mi sorprende il commento rivolto ai concessionari che non vendono più automobili – ”Mi hanno parlato della situazione del settore quando sono andato a incontrare gli artigiani all’autodromo di Monza”. Ormai non si costruiscono più cattedrali.

Non è stata una scoperta ma un’occasione per sentire meglio il problema raccontato da chi lo vive da protagonista.

Luisellasays:

Caro Lupi,
io penso che quando eravate al governo non avete fatto un solo gesto per imporvi presso la Fiat e quindi è più dignitoso per voi tacere! Avete portato al disastro l’Italia e osate ancora criticare o dare consigli al governo Monti che stà facendo l’impossibile, viste anche la vostra ostilità quando si parla di corruzione o di tassazione dei patrimoni o di conflitti di interesse, ecc! Io mi vergognerei di parlare come se per quasi dieci anni avessero governato, di fà per dire, altri e non voi! Secondo me vi si dovrebbe impedire di parlare per almeno dieci anni!
Ciao

MARCELLO ANTONELLIsays:

MARCHIONNE HA RAGIONE se il LAVORO è un COSTO si va dove costa meno. IO ho sempre pensato che il LAVORO è un Valore non va subordinato al VALORE del CAPITALE, ritorniamo a difendere e comprare solo quello che si produce in ITALIA! se non si è un po NAZIONALISTI non si va da nessuna parte !!!

Condivisibile grazie

Chiedete alla Camusso con quali macchine viaggia e poi spiegatele che per difendere il lavoro in Italia, bisogna acquistare il Made in Italy, comprese le macchine. Sono finiti i tempi in cui la CGIL faceva affari con la Fiat e con lo Stato Italiano a spese degli Italiani… Marchionne ha pienamente ragione, o il mercato sostiene l’occupazione oppure molte altre aziende oltre la Fiat, varcheranno per sempre il confine del ns paese, nel mentre acquisteremo auto asiatiche.
Marchionne: “Manterrò Fiat in Italia”
“Non ho mai detto che voglio andar via”. La Fiat non vuole lasciare l’Italia. ”In questa situazione drammatica, io non ho parlato di esuberi, non ho proposto c…
hiusure di stabilimenti, non ho mai d…etto che voglio andar via”: ”non mollo. Mi impegno, ma non posso farlo da solo. Ci vuole un impegno dell’Italia”. Cosi’ l’amministratore delegato del Lingotto, Sergio Marchionne, in un’intervista a Repubblica. ”Non sono l’uomo nero”, ma ”l’Italia dell’auto e’ precipitata in un buco di mercato senza precedenti”, ”abbiamo perso di colpo quarant’anni” e qualcuno ”vorrebbe che la Fiat si comportasse tranquillamente come prima? O e’ un’imbecillita’ pensare a questo, o e’ una prepotenza, fuori dalla logica”.

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