Daremo battaglia sulle preferenze. La gente vuole scegliere i propri rappresentanti.
Leggete la mia intervista al Corriere della Sera “Faremo l’alleanza ma restiamo diversi da Forza Italia” di Elisabetta Soglio martedì 22 gennaio 2014.
Faremo una grande alleanza e puntiamo a diventare punto di riferimento e guida di questo centrodestra. Ci siamo divisi da Berlusconi per precise ragioni politiche e non personali. Non siamo subalterni a nessuno. Vogliamo stare nella stessa coalizione per farla vincere. Certo non abbiamo molto apprezzato il loro tentativo, per altro non riuscito, di usare la legge elettorale per cercare di eliminare la nostra proposta politica.
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Ministro, si riferisce alla norma sullo sbarramento inserita nella proposta di riforma elettorale?
No. Mi riferisco innanzi tutto al tentativo di usare il modello “spagnolo” per costruire un bipartitismo e non un bipolarismo. Noi non ci consideriamo un piccolo partito, non abbiamo paura degli sbarramenti e i sondaggi dimostrano che non lo siamo: oggi veniamo accreditati oltre il 6,5 per cento e alle Europee il nostro obiettivo è di arrivare al 10.
Resta tuttavia incomprensibile il fatto che non ci sia, da parte di Forza Italia, il desiderio di coinvolgere con pari dignità nella stessa alleanza tutte le altre forze che hanno sempre lavorato con noi, a partire dalla Lega e da Fratelli d’Italia.
Sul tema delle preferenze come vi muoverete?
Noi condividiamo l’impianto generale di questa legge, che abbiamo contribuito a modificare rispetto all’iniziale modello “spagnolo”. Questa nuova formulazione garantisce la governabilità, introduce il doppio turno che stabilisce con chiarezza chi vince e chi perde, ripartisce i seggi su base nazionale, evita il proliferare di partitini con lo sbarramento.
Ma sulle preferenze?
Daremo battaglia sulle preferenze. La gente vuole scegliere i propri rappresentanti.
Lunga o corta che sia la lista, piccolo o grande il collegio, si darebbe comunque ai cittadini la certezza che i parlamentari ancora una volta vengono decisi dalle segreterie dei partiti. La gente invece vuole poter scegliere i propri rappresentanti al Parlamento e mi preoccupa il fatto che Forza Italia non si renda conto dell’importanza di questo passaggio. I cittadini sono stanchi dei nomi calati dall’alto e delle candidature definite nelle segrete stanze.
Renzi dice che se convincete voi Berlusconi, la proposta si può modificare. Ne parlerete al Cavaliere?
Su questo tema si deve convincere il Parlamento e ne va della dignità di ognuno di noi: nessuno credo voglia più sentirsi un “nominato”.
Lei pensa che sia possibile convincere Berlusconi e FI?
Spero che il presidente si convincerà da solo, guardando la realtà. Il realismo è la prima grande regola di vita.
Fare la coalizione significa che farete pace con Forza Italia?
Mai avuto problemi di pacificazione con gli amici con cui abbiamo lavorato per 20 anni. Noi abbiamo fatto una scelta politica molto chiara, di grande assunzione di responsabilità e di grande rischio personale. Sono contento che, a soli tre mesi di distanza, la divisione abbia convinto Berlusconi a tornare sui propri passi.
In che senso?
Beh, ci davano dei traditori e dicevano che facevamo il governo con i “carnefici”. Lui è addirittura andato in casa del “carnefice” perché ha riconosciuto la ragione della scelta del Nuovo centrodestra:l’interesse delle istituzioni e dell’Italia viene prima di tutto.
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La divisione del Pdl ha indebolito il centrodestra?
Al contrario: in queste tre settimane la nostra coalizione è diventata più competitiva. Forza Italia tiene una quota importante di elettori ma non recupera i milioni di cittadini che ci votavano e che ci hanno voltato le spalle. Il Nuovo centrodestra ha questo obiettivo e su questo si sta rafforzando.
Cosa succede, ora, al governo Letta?
Questa intesa sulla riforma elettorale rafforza l’esecutivo e apre una stagione nuova. Dobbiamo essere concreti e veloci nell’individuare tutti insieme le priorità dei prossimi 14 mesi e dobbiamo sentirci tutti coinvolti, a partire dalla nuova segreteria di Renzi, in questo governo.
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Si farà il rimpasto?
Il problema qui non è il rimpasto, ma il fatto che se non si riprende a dare vigore perdiamo tutti: noi, Renzi, ma ancora di più le famiglie e le imprese. Noi ribadiamo che adesso comincia una nuova fase e poi sarà il presidente del Consiglio a decidere con quale formula e con quale strada.
Le dimissioni di Cuperlo sono un problema?
Non mi voglio intromettere nelle vicende interne ai partiti. Certo che gli amici del Pd non possono scaricare le loro tensioni sul governo.
6 thoughts on “Daremo battaglia sulle preferenze. La gente vuole scegliere i propri rappresentanti.”
Ho vissuto i periodi delle elezioni con le preferenze ma non ne sono rimasto soddisfatto, perché la maggioranza degli elettori non le scrivevano sulle schede non esercitando la propria facoltà e quindi erano eletti i primi della lista stilata dai partiti, dato che i giovani e i nuovi erano posizionati ai numeri alti. Inoltre i più giovani erano anche poco conosciuti. Voglio dire che fare le Primarie non è esclusivo di un partito o di uno schieramento politico e se dovessero essere regolamentate per legge potrebbero assicurare maggiori garanzie agli elettori sia dal punto di vista della conoscenza dei candidati sia della partecipazione degli elettori nella stesura dei candidati stessi dei partiti. In questo modo si proporrebbe un superamento in modo innovativo della questione delle preferenze.
Concordo pienamente con Lei riguardo le preferenze che possano permettere finalmente ai cittadini di scegliersi i parlamentari. Purtroppo renzi nel delirio di onnipotenza credo non sia troppo lucido anche riguardo alla profonda sintonia col cavaliere che ha fatto vergognare la vera sinistra.Se mi posso permettere, non difenda sempre a spada tratta i vari personaggi governativi che di volta in volta incappano in spiacevoli e non sempre trasparenti disavventure, per il semplice motivo che neppure lei e’ al corrente della Verità.Buon lavoro.
In effetti è come dice lei, Enrico. Qui al nord noi non ci preoccupavamo delle preferenze, e lasciavamo che venissero eletti i primi della lista, cosa che non accadeva al centro sud dove la malavita la faceva da padrona, e con i voti di scambio, venivano eletti gli uomini delle mafie.
Se nel 1991 (mi sembra) era stato proposto, e vinto con oltre il 90&, il referendum abrogativo delle preferenze, un motivo ben chiaro c’era… non si capisce perchè vogliono introdurre le preferenze.. ma forse sarà perchè vogliono ritornare al vecchio disonesto ‘sistema’.
Credo che lo spauracchio delle preferenze, non debba essere visto come qualcosa che viene tolta alle possibilità del cittadino, anche perchè in un quadro politico che non promuove dei fondamenti, ma ben altro. il cittadino ritiene che la preferenza negata sia il male minore. sempre che attorno a tali scelte non vi siano altri discorsi sconosciuti alla stragrande maggioranza degli elettori.Pongo il problema, questo si molto sentito, delle spese folli della maggior parte dei singoli candidati, che si avranno nella competizione e a quel punto mi chiederò,io per primo, ma questi soldi, oggi, da dove possono arrivare? Credo che si possa arrivare. sempre che si sia onesti sia quando si parla che quando si agisce,ad una soluzione democratica per la scelta dei candidati da mettere in lista partendo dalla base e lì sviluppare una rete di azioni che debbono richiedere per forza di cose tempo ( scuole di partito, convegni, colloqui interpersonali e personali, etc.)da cui tirare fuori delle personalità che promuovano e dimostrino di poter realizzare qualcosa di costruttivo; certo questo è un lavoro che richiede tanto impegno,tempo e lavoro sul territorio, ma a me pare che proprio questo sia mancato in tutti questi anni in cui tanti hanno perso l’orientamento e con quali risultati?
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