La libertà religiosa diventi priorità per l'Europa
Persecuzione dei cristiani: «La libertà religiosa diventi priorità per l’Europa». Lettera di Maurizio Lupi ad Avvenire di sabato 17 maggio.
Caro direttore,
venerdì mattina sui giornali italiani si leggevano pagine dolorose. Sono quelle scritte sul dramma di Meriam, la giovane cristiana sudanese, mamma di un bambino e in attesa di un altro, condannata a morte per apostasia e a cento frustate per adulterio. Le frustate prima della morte, una nuova Via Crucis.
Il dolore che quelle pagine raccontano e che ci attanaglia mentre le si legge si acuisce di fronte all’onesta ma triste constatazione della nostra impotenza di fronte a questa e ad altre migliaia di tragedie e di ingiustizie che ogni anno colpiscono i cristiani nel mondo.
L’Occidente dei diritti umani si è a lungo distratto di fronte alla violazione del diritto per cui ha a lungo combattuto, la libertà religiosa. E ora si scopre impotente a intervenire quando la sua violazione si materializza nella brutale realtà del martirio legalmente giustificato.
E’ stata una distrazione colpevole, perché negli ultimi anni non sono certo mancati né i fatti su cui aprire gli occhi né i richiami autorevoli. Papa Benedetto XVI nel suo discorso all’Onu difese «la libertà di professare o di scegliere una religione» con queste parole: «È inconcepibile che dei credenti debbano sopprimere una parte di se stessi – la loro fede – per essere cittadini attivi; non dovrebbe mai essere necessario rinnegare Dio per poter godere dei propri diritti». È purtroppo quello che sta avvenendo.
Sono migliaia i cristiani uccisi per la loro fede ogni anno, si stima che siano addirittura 100.000, in media uno ogni cinque minuti circa. E i Paesi in cui si sono verificati episodi di persecuzione religiosa sono ben 130. È tutto questo che ha fatto esclamare a Papa Francesco: «Oggi – oggi! – ci sono più martiri cristiani che nei primi tempi della Chiesa».
- Il primo sostegno ai cristiani di questi Paesi – ci ha detto, Papa Francesco – è quello della preghiera. E non sembri consolatorio, perché è il primo segno che ci ricordiamo di loro, che sconfiggiamo la nostra distrazione.
- Il secondo è quello dell’aiuto concreto a queste comunità in cui già si prodigano enti e associazioni ecclesiali.
- Il terzo credo sia quello dell’informazione, che oltre alla denuncia può risvegliare le coscienze.
Ma credo che come comunità politica, come Paese fondatore dell’Unione Europea che si appresta a guidare nel secondo semestre del 2014, l’Italia debba assumersi l’impegno di portare nel cuore delle istituzioni europee questo dramma. La difesa della libertà di religione deve diventare una delle priorità dell’azione diplomatica dell’Europa, se l’Europa non vuole rinnegare sé stessa, la sua civiltà e la sua storia. Cioè il prevalere di quella pietà con cui anche la giustizia guarda gli uomini e le donne che deve giudicare e di cui non c’è stata traccia nel processo di Khartum.
Maurizio Lupi
Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti
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2 thoughts on “La libertà religiosa diventi priorità per l'Europa”
e noi diamo ospitalità a queste persone ci preoccupiamo di salvarli dal mare della loro integrazione e di costruirvi pure le moschee. ma quando ci svegliamo rimettiamoli sulle loro barche e rimandiamoli alle loro case che qui non son degni di risiedervi perché vengono solo a delinquere grazie ai nostri politici che non hanno spina dorsale di far rispettare questa nazione
Gentile Enrico, siamo d’accordo nel dire che i flussi migratori che arrivano dal Nord Africa devono essere gestiti insieme all’Europa e non essere scaricati solo sull’Italia. Integrazione, accoglienza, sicurezza, rispetto delle leggi: ecco cosa conta per noi. A queste condizioni ognuno è libero di professare la propria fede, noi siamo un grande Paese che rispetta tutti.
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