Valdastico, il Governo iscriva la delibera – Intervista al Giornale di Vicenza
Delrio da tempo tratta con Trento: bene, ma ora ognuno si prenda la propria responsabilità
Possono ricorrere, ma rischierebbe il loro status
“Il Veneto è forse il test più importante per iniziare a costruire una vera alternativa di centrodestra a Renzi che non sia quella del populismo. Non per niente, pur mantenendo la responsabilità di dare un Governo istituzionale a questo Paese dopo le elezioni del 2013 in cui hanno perso tutti, noi su 7 regioni in cui si vota siamo in tutte contro Renzi”. Maurizio Lupi, capo-gruppo dei deputati di Area popolare (Ncd-Udc) alla Camera, ex Ministro delle infrastrutture, a sostegno dell’alleanza con Flavio Tosi e della candidatura vicentina di Costantino Toniolo, legge così la sfida alle urne di domenica, rispondendo alle domande, anche del direttore Ario Gervasutti, nella redazione del Giornale di Vicenza.
Si è pentito di aver mollato il Ministero?
Non si parla più neanche dell’inchiesta. No, assolutamente. Il motivo per cui ho lasciato è che, dato che non c’è nulla di concreto nelle accuse, volevo dimostrare che si può fare politica anche in un altro modo, dimostrando di essere libero. Questo mi è stato riconosciuto.
Qualche sassolino nella scarpa ce l’avrà no?
No, mi hanno educato sempre che quello che hai seminato raccoglierai: il sassolino sarà la dimostrazione che qualcosa di nuovo si può costruire. In quelle condizioni non potevo fare il ministro come l’ho fatto, cioè prendendo decisioni. Il tema è non la responsabilità giudiziaria, ma quella politica: i fatti diranno se avevo ragione o no io a sostenere le grandi opere.
Dietro tutta la vicenda ha avuto la sensazione ci fosse un complotto contro le grandi opere?
Non mi piace la teoria del complotto: chi si ferma a quella dimostra una grande debolezza, senza affrontare il merito. Credo invece che quello che è accaduto, anche a me, abbia dato fiato al fronte di chi ha sempre demonizzato la realizzazione delle grandi opere nel nostro Paese. Questo porta all’immobilismo. E preoccupa.
Appunto: c’è un cambio di linea nel Ministero?
Siamo diversi, ma Delrio tra le alternative che c’erano è la persona migliore che poteva prendere in mano il Ministero. La linea del Governo non può cambiare, se facesse un passo indietro questo metterebbe in discussione la nostra partecipazione al Governo, non sulla singola opera ma sull’obiettivo del rilancio delle grandi opere per creare sviluppo economico. Per esempio sulla Valdastico è un errore se il Governo frena.
È un errore “elettorale”, dovuto alle elezioni in Trentino?
Non esiste che un’opera di interesse di un intero Paese, come è stato riconosciuto per la Valdastico anche da sentenze costituzionali e documenti europei, sia bloccata da una Provincia. Il governo Renzi dovrà affrontare questo tema. E noi, non per rivalsa ma per coerenza politica anche rispetto ai veneti, vogliamo che il nodo sia risolto.
Il consigliere Toniolo ha ipotizzato perfino la crisi di Governo.
Ha detto una cosa sacrosanta, che non è “andiamo a casa tutti”, ma è: “Questo non è un pallino di qualcuno: se non si realizzano Valdastico, Tav, grandi opere salta un tema di politica essenziale del Governo”. Io sono convinto che non sia così, ma dobbiamo darci tempi: la nostra delegazione al Governo chiederà l’iscrizione al Consiglio dei ministri del sì alla Valdastico Nord. Il passaggio al Cipe c’è già. E c’è pure la diffida della Brescia-Padova.
Renzi si è un po’ arrabbiato per quella diffida.
Sia chiaro: la nostra battaglia, guidata dall’on. Causin e da Toniolo, non è di rivalsa. Vale per Renzi e il Governo, se vuole dimostrare che il Paese cambia davvero.
Maquando il ministro Del rio dice “serve almeno un sì preliminare di Trento e ci sto lavorando”, lei ci crede?
Delrio quando era sottosegretario della Presidenza del Consiglio aveva proprio il ruolo di una trattativa formole col Trentino. Quindi penso parli in buona fede. Quello che Causin e Toniolo gli hanno detto è che il percorso deve avere un termine: ci abbiamo lavorato già due anni. La delibera vada in Consiglio dei ministri, lì la Provincia di Trento sarà invitata e ognuno si assumerà la sua responsabilità. Tra l’altro il Trentino vuole la proroga di concessione all’AutoBrennero e lo Stato ci lavora. Serve coerenza: qui c’è la proroga della concessione alla Brescia-Padova riconosciuta dall’Ue per realizzare la Valdastico.
Trento potrebbe poi fare ricorso alla Corte costituzionale.
Potrà decidere di farlo, o di non farlo. Ma la paralisi non può derivare da una inazione. Renzi dice “basta immobilismo”: noi su questo non gli lasceremo tregua. Poi l’ho detto al presidente trentino Rossi: “Ti conviene arrivare al braccio di ferro in questo clima? Si rischia di mettere in discussione lo stessa “specialità trentina”. Ma questo è futuro: il presente e che l’inazione non funziona.
Delrio pare anche aver frenato sullo”Sblocca Italia” che prevede accorpamento e proroga delle concessioni autostradali.
Questo lo vedremo: la Valdastico aveva un percorso definito, sul tema delle concessioni c’era una riflessione in corso con Ue e concessionarie. Lasciamo lavorare Delrio.
Come ha trovato i veneti?
Sono colpito: c’è un’unione particolare tra istituzioni e società civile, che aveva bisogno di risposte. Siamo riusciti a darne: abbiamo superato il “buco nero” di Vicenza per realizzare la Tav, e poi la tangenziale di Vicenza, la Valdastico, la Pedemontana.
Ma si sono spostati i meccanismi della politica veneta: con le spaccature nell’ex maggioranza muta il rapporto con Roma?
La gente non vuole più destra, sinistra: vuole che si faccia. Se no vincono i populismi, anche a centrodestra: e non si va da nessuna parte. È proprio per questo che siamo nati come Nuovo Centrodestra, e il valore delle elezioni in Veneto è ancora più importante: la proposta di Tosi e nostra, a livello veneto e nazionale dove finalmente c’è una legge elettorale, vuole ricostruire un’alternativa seria a Renzi, che non sia il populismo di Grillo o di Salvini. E il Veneto può essere la base di un nuovo soggetto che sia baricentrico pure per la Lega.
Fonte: Il Giornale di Vicenza
Di: Piero Erle