Costruiamo una zattera per i moderati. ll centrodestra è imploso ma anche l'altro fronte è dilaniato – Intervista al Corriere della Sera
«Non possiamo gettarci nelle braccia del leader pd»
MILANO A sentirlo, «non esiste nessuna tentazione renziana». Ovvio che l’onorevole Maurizio Lupi ha letto e riletto le dichiarazioni prima di Pier Ferdinando Casini, poi di Fabrizio Cicchitto, ma insiste: «Sarebbe un errore clamoroso gettarsi nelle braccia di Renzi. Noi ci impegneremo fino alla morte per costruire una zattera su cui portare quei milioni di elettori che non si riconoscono né in Renzi né in Salvini o in Grillo e non votano più Forza Italia».
Intanto però le parole di Casini e di Cicchitto sono nere su bianco. Sbagliano loro?
«In una situazione di grande confusione sono certamente un contributo, ma credo che sia sbagliato dire che l’unica strada che abbiamo sia il rapporto con Renzi».
Sbagliato perché?
«Il problema non è solo l’alleanza. Se pensiamo di risolvere tutto il tema della nostra proposta politica sulla base della scelta dell’alleato, non centriamo l’obiettivo. La domanda di partenza deve essere: perché un elettore deve votare noi invece di Renzi, Salvini o Grillo? Qual è la mia proposta politica?».
La sua posizione non è isolata all’interno del partito?
«La relazione di Alfano giovedì ha confortato questa linea: noi siamo lontani dagli estremismi, tutti».
Alle amministrative che alleanze vedremo?
«Valuteremo e decideremo. In Lombardia c’è un esempio di proposta politica di centrodestra basata sul buon governo riformatore e sul contributo di tutti gli alleati che si contrappone all’esempio negativo della sinistra al governo di Milano. È naturale seguire questo schema anche per Palazzo Marino».
E se in altre città non ci fossero esempi analoghi?
«Sarà la realtà dei fatti, come sempre, a dettarci le scelte».
Con Renzi state già governando: perché non pensare ad un’alleanza definitiva?
«Con questo governo abbiamo raccolto la sfida di riformare radicalmente il Paese. Finché le proposte saranno quelle della riduzione fiscale, della riforma del lavoro, della scuola, la giustizia, noi ci siamo. La sfida è contro i conservatorismi che sono sia nello schieramento di Renzi che in quello da cui proveniamo. Ciò detto, abbiamo una vocazione, oggi ancora più urgente se si pensa al disfacimento in tanti rivoli della grande esperienza del Pdl: dare un punto di riferimento politico ai moderati italiani».
Ma il centrodestra può ancora stare unito?
«Siamo ormai quasi all’implosione del centrodestra tradizionale, e oggettivamente sembra prevalere solo la proposta di leadership forte nella Lega. Ma ci sono contraddizioni altrettanto forti nel Pd, fra Renzi e la sinistra, come si è visto nel voto sulla Rai. Sono dilaniati non su uno scontro di potere, ma sul senso della loro Identità».
Quindi?
«Renzi decida: o riforma il Paese con il nostro apporto fondamentale o cede ai ricatti della sinistra. Per un’azione riformatrice non gli basta solo una maggioranza numerica ma deve avere il coraggio di riconoscere il ruolo fondamentale della parte di governo che rappresenta i moderati. Non è un uomo solo al comando, come molti gli stanno dicendo».
Governare con Renzi significa fare la legge sulle unioni civili?
«Guardi che questo è il problema di Renzi, non il nostro. Pare quasi che ogni volta che attua un’azione riformatrice, poi deve spezzare una lancia per la sinistra usando i temi a loro cari, dai diritti civili alla liberalizzazione delle droghe».
Di: Elisabetta Soglio
Fonte: Corriere della Sera