Giusto trattare, ma non ripartiamo da zero – Intervista su Repubblica
ROMA «Se Forza Italia accetta di tornare a collaborare sulle riforme non può che essere positivo. A una condizione, però: indietro non si torna, non si può azzerare tutto, ripartendo dal via come al gioco dell’oca».
È un’apertura al rientro di Berlusconi in partita, Maurizio Lupi, capogruppo di Area popolare alla Camera?
«Credo che alla fine non si debba sprecare l’opportunità che si è aperta con l’esplosione della minoranza interna al Pd. Rinunciare alle riforme non si può. La riforma costituzionale aveva preso forma anche col contributo di Forza Italia. Adesso delle modifiche sono ammissibili, cancellare tutto no, sarebbe una sconfitta».
Modifiche vuol dire aprire al Senato elettivo?
«Bisogna superare il bicameralismo ma il Senato, pur non dando la fiducia al governo, deve mantenere un suo ruolo vitale. Dunque necessita di un meccanismo elettorale che ne salvaguardi l’autorevolezza, la soluzione individuata da noi, portata avanti da Gaetano Quagliariello con un listino in occasione dell’elezione dei consigli regionali, pensiamo possa essere una buona mediazione. Ma per far fronte al rischio di un concentramento di poteri nelle mani dell’esecutivo, bisognerà potenziare anche le funzioni delle authority e degli organi di controllo».
Restyling anche all’ Italicum?
«L’Italicum è una buona legge, era fondamentale approvarla, certamente come tutte le norme può essere migliorata. Tanto più che entrerà in vigore alla fine del 2016. Se si potranno apportare aggiustamenti che non ne snaturino l’impianto, anche prevedendo il premio alla coalizione anziché alla lista, credo che possa risolversi in un disegno nel complesso più equilibrato».
Da settembre la ripresa non sarà solo riforma elettorale ma legge di stabilità.
«E faremo bene a tenere alta la guardia, ce lo impone la congiuntura internazionale. Bene la diminuzione della pressione fiscale e le risorse per la crescita, ma noi chiediamo un impegno massiccio spalmato sui tre anni in favore della natalità e della famiglia, lo abbiamo chiamato Family act. Confronto, non solo sulle riforme, ma anche sulla “stabilità”».
Lavorate ancora alla ricostruzione del centrodestra? Nonostane l’egemonia di Salvini?
«I prossimi mesi saranno determinanti. Le riforme daranno la misura del senso di responsabilità di Forza Italia, rispetto agli estremismi di Salvini e Grillo. Spero a dire il vero che le imminenti amministrative non condizionino anche l’azione di governo, frenando la spinta riformista. Se Renzi decidesse di cedere alla sinistra, non lo accetteremmo. Alcuni segnali, come le parole di Orfini sulla cancellazione della nostra legge sulla casa per tornare a forme di esproprio proletario, vanno proprio nella direzione sbagliata».
(c.l)
Fonte: Repubblica