Unioni civili legge equilibrata, ora occupiamoci concretamente delle famiglie
Ora non ci sono più alibi per un effettivo sostegno della famiglia. Abbiamo approvato la legge sulle unioni civili perché era un nostro dovere costituzionale dare diritti a queste nuove unioni sociali. Riconoscere un diritto non è, per noi cattolici, un cedimento rispetto ai propri principi. Lo abbiamo fatto a precise condizioni, difendendo il diritto del più debole, in questo caso i bambini, a nascere in una famiglia, con un padre e una madre, e il diritto di un bambino senza genitori di essere inserito in una famiglia tradizionale. L’adozione è dare una famiglia agli orfani, non creare artificialmente degli orfani per darli a chi li desidera. Da qui il nostro sì alle unioni civili e il nostro no alle adozioni, alla stepchild adoption e all’utero in affitto. Tutte cose che questa legge afferma chiaramente. Ma la vera sfida alla politica è che in Italia c’è una questione, siamo il Paese con la più bassa natalità dell’Occidente, con un sistema di tassazione iniquo che non riconosce il reddito familiare, con un welfare rigido che non sostiene le famiglie nella scelta dei servizi, ad esempio l’asilo nido, di cui hanno bisogno. Oggi il soggetto più debole è la famiglia. Allora bisogna sostenerlo, e non solo a parole. Per questo abbiamo voluto il ministro della Famiglia. Come Area popolare incalzeremo giorno dopo giorno il governo perché nella prossima Legge di stabilità ci sia quel concreto sostegno alla famiglia e alla natalità che anche il presidente del Consiglio ha riconosciuto come doveroso intervenendo la settimana scorsa alla Camera. Smettiamola quindi con le battaglie ideologiche, abbiamo approvato una legge che poteva certo essere migliore ma che è equilibrata, chi dice di voler difendere e promuovere il valore della famiglia ci sostenga in questa battaglia concreta invece di ricercare improbabili rivincite.