Lega all'attacco? La linea la detta Parisi – Intervista al Giorno
Maurizio Lupi, capolista di Milano popolare alle elezioni comunali, sostenitore della candidatura a sindaco di Stefano Parisi, Renzi martedì ha detto a Sala e al centrosinistra milanese: «Avete, anzi abbiamo un rigore da tirare. E chi si intende di calcio sa che un rigore lo puoi solo sbagliare, perché se lo tiri bene non c’è portiere che lo pari». Cosa risponde?
«Rispondo anch’io con una metafora calcistica al presidente del Consiglio, che è tifosissimo della Fiorentina. Forse Renzi ha confuso la partitella di riscaldamento con quella vera: nella partitella si tirano i calci di rigore a porta vuota, Sala lo ha fatto alle primarie del 7 febbraio. Adesso, però, è iniziata la partita vera, con Parisi c’è un grande squadra e la sfida non si concluderà domenica, ma il 19 giugno, al ballottaggio. Non vorrei che a Renzi andasse a finire come con la Fiorentina: per le prime sette giornate ha twittato “Fiorentina capolista” ma alla fine del campionato la squadra viola si è classificata solo quinta».
Renzi, intanto, rivendica al centrosinistra il merito della Milano attuale, quella dei grattacieli e della Darsena.
«Questa discussione testimonia il fallimento della Giunta Pisapia. Il merito di Pisapia è stato solo quello di non bloccare progetti iniziati dalle amministrazioni di centrodestra: il nuovo quartiere in Garibaldi-Repubblica, ad esempio, è il frutto del lavoro iniziato nel 1997 dalla Giunta Albertini: sono stato io, nel 2000, da assessore, ad approvare la variante urbanistica. La domanda da porsi, adesso, è un’altra».
Quale?
«Quanti progetti si troverà in eredità il prossimo sindaco per la Milano del 2030? Zero. La sinistra, inoltre, ha completamente fallito sul tema delle periferie e della sicurezza. Renzi avrebbe fatto bene a venire in giro con me in via Bolla 42 o in via Tofano 5. Se fosse venuto, avrebbe capito anche lui perché Sala perderà le elezioni. In questo senso non mi ha stupito che Sala apra all’utilizzo dei militari per presidiare le periferie. Anche lui ammette che la Giunta Pisapia ha sottovalutato l’emergenza».
Quali sono, quindi, le priorità di Milano popolare per i prossimi 5 anni?
«La prima è un grande piano di manutenzione straordinaria delle periferie, dalla riqualificazione delle case popolari alla pulizia dei giardini pubblici. Ma abbiamo in mente anche un progetto-simbolo: il Ponte della Ghisolfa trasformato in un giardino di due chilometri come la High Line a New York. La terza priorità è avere un Comune che governa ma non gestisce tutti i servizi».
II centrodestra a Milano è unito, altrove, come a Roma diviso e litigioso. Milano sarà l’eccezione o la regola?
«Premessa: senza Milano popolare non ci sarebbe stata la candidatura di Parisi. Milano sarà un laboratorio politico? Lo decideranno i cittadini. Noi non vogliamo governare con proposte populiste, ma con soluzioni concrete. E la linea di Parisi».
Le tensioni tra Parisi e la Lega di Salvi-ni, però, non sono mancate. Problemi di convivenza?
«No, perché se vince Parisi comanda Parisi. E la forza del sindaco eletto direttamente dai cittadini».
Ballottaggio. Sala accusa Parisi di «lisciare il pelo ai grillini», ma pensa a un accordo con Rizzo al 2 turno.
«Non siamo così ingenui da pensare che basti lisciare il pelo ai 5 Stelle per convincerli a votare Parisi al ballottaggio. Dobbiamo dimostrare che le nostre proposte sono serie e credibili».
Fonte: Il Giorno
Di: Massimiliano Mingoia