Maurizio Lupi

 Ora Milano deve cambiare marcia – Intervista a Leggo Milano
Giugno 15, 2016

Ora Milano deve cambiare marcia – Intervista a Leggo Milano

Maurizio Lupi, milanese, classe 1959, ex ministro delle Infrastrutture, è capogruppo alla Camera di Ap e capolista per Milano Popolare
Lupi perché votare Stefano Parisi? «Sarebbe un sindaco migliore di Sala, unisce l’esperienza manageriale con quella nella pubblica amministrazione, oltre a possedere sensibilità politica».
Quale stile di governo per Milano? «Quello che rimette al centro delle priorità tutti i milanesi per una qualità della vita migliore».
In cosa ha fallito Pisapia? «È tornato a dividere i cittadini di serie A con quelli di serie B – gli abitanti del centro e quelli delle periferie – e ha perso di vista i bisogni quotidiani e concreti, dalla casa popolare dignitosa al parco giochi sicuro».
Come intervenire sulle case popolari dei quartieri disagiati? «Con un piano di manutenzione straordinario per sistemare dalle buche stradali agli alloggi e per riportare la legalità, partendo dal dire stop alle occupazioni abusive. Basta recarsi in via Tofano 5 o in via Bolla 42 per capire l’emergenza. Non ci sono più alibi, il futuro sindaco deve intervenire».
Tasto dolente tasse. «Sono impennate con Pisapia di 718 milioni, i trasferimenti statali sono diminuiti di 288, quindi ci sono 430 milioni di maggior gettito non giustificato. Noi le riporteremo ai livelli di un tempo, eliminando entro il mandato l’addizionale Irpef introdotta da Pisapia».
Come? «Riportando ad efficienza l’amministrazione pubblica».
È possibile rinegoziare con Roma le condizioni per fare tornare i soldi dei milanesi a Milano? «Sì, perché Milano non vuole l’elemosina. Chiede al governo, visto che è virtuosa, di essere libera di gestire le proprie risorse».
Come gestire l’immigrazione? «Con un’accoglienza diffusa per evitare mega-centri, oltre a un tavolo Governo-Regione-Comune per distribuire i migranti. I milanesi sono generosi, non hanno mai negato ospitalità».
fonte: Leggo
di: Simona Romanò

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