Sportello unico per famiglie – L'Intervista al Ministro Costa
«E poi più detrazioni per i figli»
“Bene il bonus mamma e il bonus bebè. E bene anche il voucher per gli asili nido. Ma l’orizzonte è quello più largo e strutturale della costruzione di un Sistema nazionale di sostegno alle famiglie”. Parola di Enrico Costa, ministro con delega al settore che, non a caso, annuncia la definizione di un Testo unico ad hoc, l’avvio di uno Sportello unico per la famiglia, capillare sul territorio, come punto di riferimento multi-tematico e l’introduzione del cosiddetto Fattore Famiglia nella riforma dell’Irpef in programma per il 2018. Non senza guardare al modello francese, attraverso la figura professionale dell’Assistente materna, che potrebbe arrivare anche da noi.
Ministro ce la faremo a vincere il male italiano delle culle vuote?
«Siamo partiti proprio dai dati allarmanti sulla natalità; nel giro di dieci anni abbiamo avuto centomila culle vuote in più. Era ed è importante agire subito».
Le mamme italiane sono drammaticamente mamme tardive di figli spesso unici.
«Tutte le ricerche ci dicono che le donne italiane vorrebbero in media due figli. Se ne fanno 1,3 la ragione è economica, ma non solo. Le mamme soffrono più che altro la mancanza di servizi. Si capisce quindi come non basti una misura ma occorra una politica, da attuare in più anni».
Innanzitutto la manovra. Bonus bebè e Mamma domani. Come funzionano e chi ne ha diritto?
«Sono entrambi interventi che servono per supportare le primissime spese e sono complementari tra di loro. Mamma domani è un premio di 800 euro alla nascita che si può richiedere già durante la gravidanza. Ma, mentre questo premio non ha limite di reddito, il bonus bebè, di 960 euro, è legato all’Isee, che deve essere al di sotto di 25.000 euro. E se invece quella famiglia è al di sotto dei 7mila, l’importo del bonus è raddoppiato. C’è poi il Fondo di credito nuovi nati, concepito per supportare attraverso una garanzia le richieste di accesso al credito. La vera novità di questa manovra è che tutte le misure diventano strutturali. Basta con le misure una tantum».
E il buono nido e i voucher per asilo o baby sitter?
«Il buono nido arriva a mille euro l’anno ed è una misura anch’essa per tutti, per nidi pubblici o privati. C’è poi la possibilità di rinunciare al congedo parentale in cambio di un voucher di 600 euro al mese per sei mesi per pagare l’asilo o la baby sitter. E una misura che già c’era a livello sperimentale e ha riscosso grande adesione. Noi l’abbiamo riproposta per quest’anno e il prossimo raddoppiando lo stanziamento (da 20 a 40 milioni) per le lavoratrici dipendenti, mentre abbiamo quintuplicato i fondi per le autonome, da due a dieci milioni».
Lei ha più volte indicato la Francia come modello per le politiche per la famiglia.Che cosa dobbiamo ‘rubare’ a un Paese dalla natalità ben più alta della nostra?
«Le famiglie devono poter sapere su cosa potranno contare. E ciò che mi ha risposto la ministra francese per la famiglia quando le ho chiesto le ragioni del successo del loro sistema. Nella stessa ottica di mettere ordine, stiamo lavorando a un Testo unico del settore, così come puntiamo a creare uno sportello unico per la famiglia in ogni comune. Stiamo anche analizzando la figura professionale dell’Assistente materna francese, nell’ambito più ampio delle figure professionali di supporto alla famiglia».
I bambini, però, costano anche dopo i tre anni d’età.
«Costano anche di più. E un altro tema che affronteremo in sede di riforma dell’Irpef l’anno prossimo. Penso al cosiddetto Fattore Famiglia. La famiglia non è un soggetto neutro per il fisco e dovremo tenerne conto con un sistema di prelievo che le favorisca in modo crescente in rapporto al numero di figli».
Fonte: Quotidiano Nazionale (Nazione – Carlino – Giorno)
Di: Claudia Marin