Con il Sì al referendum togliamo ogni alibi ai politici – Intervista alla Gazzetta del Mezzogiorno
«LEGGE SUL CAPORALATO? NECESSARIA, MA FATTA SULLA SPINTA EMOTIVA»
Lupi, come voterà al referendum del 4 dicembre e perché? Voteremo Si. Mentre molti si riempiono la bocca parlando dei costi della politica e poi, quando finalmente si possono ridurre, dicono di no. Mi viene il dubbio che per loro si voglia ridurre solo a parole, mentre noi vogliamo iniziare a cambiare le cose.
È solo una questione di costi? Assolutamente. Siamo nel 2016 ed è tempo di avviare un percorso per ammodernare il sistema paese, se si vuol far tornare il popolo ad essere protagonista con leggi popolari che dovranno obbligatoriamente essere approvate dalla Camera, e in tempi brevi, una volta presentate. Pensi alla Regioni, io sono un federalista convinto ma le pare giusto che il Molise, 300mila abitanti, blocchi il raddoppio ferroviario sulla dorsale adriatica. Parliamo di energia, un campo di interesse strategico per l’Italia. Può il veto di una Regione influire su scelte nazionali? C’è un conflitto perenne Stato-Regioni non più accettabile. E non bisogna più dare alibi ai politici che accusano sempre qualcun’altro per le promesse non mantenute. Rendere più efficienti le istituzioni del Paese permette alla politica di non avere più alibi quando dice di non riuscire a ottenere i risultati sperati.
L’Italicum va cambiato? Si è fatto l’errore di politicizzare il referendum introducendo elementi che sono del tutto estranei. Uno di questi è la legge elettorale. Ci vorrebbe il buon senso di spiegare che sono cose del tutto separate. Poi la nostra proposta è nota: premio di coalizione, turno unico e premio di governabilità da un minimo di 90 deputati ad un massimo di 340.
Dopo il referendum che sarà di Area popolare? Con la legge di stabilità si sono comprese ancora di più le ragioni della nostra presenza al governo: superare gli steccati ideologici, fare le riforme e portare fuori l’Italia dalla crisi economica. La vittoria del Si sarebbe un’ulteriore conferma delle nostre ragioni. Dopo vedremo, ma è evidenteche nel 2018 occorre aver pronta una grande area moderata che sia alternativa al Partito democratico.
La manovra appunto. L’Europa protesta. Protesta l’Europa dei burocrati, quell’Europa che non può e non deve darci alcuna lezione. Fa bene il governo italiano a rispondere per le rime e nel merito. L’Europa oggi dovrebbe occuparsi più del proprio futuro, è questo il vero problema. Detto questo, non mi sembra che ci siano particolari osservazioni alla nostra legge di stabilità. Non vedo proprio un caso politico.
I consiglieri regionali pugliesi di Ap, a cominciare da Gianni Stea, protestano per la legge sul caporalato. La tesi è che non colpirà realmente le organizzazioni criminali, ma farà invece molte «vittime» tra i piccoli imprenditori agricoli. Che ne pensa? Il nostro gruppo, dopo un confronto con i consiglieri regionali, su richiesta del Sottosegretario Massimo Cassano, ha una posizione molto chiara. Non si possono fare leggi solo sulla spinta di una pur giusta emotività. E’ vero però che c’era urgenza di dare segnali ben precisi. Con l’odg del Pd e con il nostro intervento – ho incontrato personalmente il ministro Martina – abbiamo voluto sottolineare i danni che possono provocare norme stataliste e comuniste che non tengono in alcun conto la realtà territoriale. C’è l’impegno personale del ministro ad intervenire in fase di regolamenti attuativi, affinché le legittime proccupazioni di agricoltori, ma anche dei lavoratori, non diventino realtà. Altrimenti quella legge deve essere subito cambiata.
Di: rob.calp.
Fonte: Gazzetta del Mezzogiorno