Maurizio Lupi: «Non c’è stata alcuna trappola sulla legge elettorale. Semplicemente si è sbagliato il metodo»
Intervista pubblicata su “La Stampa” del 9 giugno 2017
di GIUSEPPE ALBERTO FALCI
«Come ha potuto il Pd fidarsi di Beppe Grillo? Non vi ricordate cosa successe al povero Pier Luigi Bersani»
Maurizio Lupi è appena atterrato all’aeroporto di Milano. Risponde al telefono ed esordisce così: «Non c’è stata alcuna trappola sulla legge elettorale. Semplicemente si è sbagliato il metodo». Il presidente dei deputati di Alternativa popolare ha tirato un sospiro di sollievo quando il Pd ha deciso di rimandare la legge elettorale in commissione.
«Ma no. Da capogruppo di Alternativa popolare ho guidato il fronte minoritario, dai civici innovatori a Sel, passando per Democrazia solidale e l’Udc. Il nostro obiettivo era soltanto quello di migliorare la legge elettorale. E a viso aperto, senza nasconderci, abbiamo detto che avremmo usato tutti gli strumenti, anche il voto segreto».
Dunque i responsabili sono Grillo, Berlusconi e Renzi?
«La responsabilità è di chi ha sovrapposto l’approvazione della legge elettorale alla scadenza della legislatura».
Tradotto, la colpa è di Matteo Renzi?
«Come ha potuto il Pd fidarsi di Beppe Grillo? Non vi ricordate cosa successe al povero Pier Luigi Bersani».
E adesso cosa succede?
«Il Parlamento dovrà fare la legge elettorale a condizione che ognuno capisca gli errori fatti e che non ci siano preclusioni verso nessuno. Mi sembra che anche il Pd abbia compreso gli errori commessi. Il nuovo sistema di voto deve garantire governabilità e rappresentanza».
Riunirete sotto lo stesso contenitore tutti i cespugli di centro?
«Intanto qualcuno dovrà prima spiegarci la differenza tra cespugli, albero, quercia. Non deve essere la somma di tutti i rimasugli, ma invece la possibilità di rimettere insieme persone, forze politiche. C’è chi lo chiama partito di centro, chi moderato, chi liberal-popolare. Stiamo piantando un seme importante sperando possa diventare una bella pianticella con un bel fusto».
Chi sarà il leader?
«Non vedo in giro né Maradona né Mandrake. Chi si crede un predestinato alla fine non ha mai avuto grande fortuna. Se ci sarà uno bravo, e che sappia unire, noi lo seguiremo»