Intervista al SecoloXIX «La Liguria non perda la partita delle infrastrutture: sono vitali» Lupi: il patto anti inciucio è una stupidata. Deciderà il Quirinale
RAPALLO. «Il patto anti-inciucio è una stupidata: ora bisogna pensare a vincere». A Rapallo Maurizio Lupi, leader di Noi con L’Italia e ministro delle Infrastrutture in due governi di larghe intese, canta le lodi della moderazione in politica. Anche quando ripensa alle dimissioni, nel 2015, per un’inchiesta che venne archiviata l’anno successivo: «Il tempo è galantuomo: nella vita ci sono ideali più importanti di una poltrona».
Onorevole, si sentiva la necessità di una forza come Noi con l’Italia?
«Si sentiva la necessità di dare una quarta gamba alla coalizione di centrodestra e di dare una proposta moderata agli elettori».
Per compensare la Lega?
«Per la coscienza che una forza politica può vincere solo se attrae il centro. Chi sta al centro non è un pesce lesso. Noi diciamo che la politica non deve promettere miracoli, ma raccontare le cose per come stanno, e non deve demonizzare l’avversario. Lo abbiamo dimostrato nella discussione sulla riforma della legge Fornero. In questo punto del programma elettorale del centrodestra abbiamo fatto inserire una frase determinante: “economicamente e socialmente sostenibile”. Non si possono fare promesse a vanvera, ma si deve affrontare il problema se, ad esempio, un sessantenne perde il lavoro ed ha già 37 o 38 anni di contributi».
Su cosa punta la campagna elettorale di “Noi con l’Italia”?
«Su temi di cui si parla poco: educazione, scuola, famiglia. Ad esempio, noi pensiamo che il reddito di cittadinanza, cavallo di battaglia del M5S, sia una stupidaggine. Sono le imprese a dare il lavoro, non lo Stato».
Lei è stato ministro in due governi di larghe intese, Letta e Renzi. Pensa che anche questa volta si vada verso le grandi intese?
«Mi auguro di no, ma che il 5 marzo la coalizione di centrodestra abbia i voti per governare. Le larghe intese vorrebbero dire che si è stati sconfitti».
Nel caso in cui nessuno abbia i numeri per governare, lei cosa preferirebbe: larghe intese o ritorno alle urne?
«Questo sarà un problema del 5 marzo, il patto anti-inciucio è una stupidata. Deciderà comunque il presidente della Repubblica. La Spagna ha scelto di tornare a votare, ma poi ha fatto le larghe intese; la Germania è arrivata subito alle larghe intese».
La Liguria è una terra in cui le grandi opere sono spesso state osteggiate. Di Battista dice il Terzo Valico è un errore…
«lo mi auguro che la Liguria non perda la partita delle infrastrutture. Negli ultimi due anni c’è stato un rallentamento generale: il nostro indice di crescita è 1,7, ma dalle grandi opere è arrivato praticamente zero, mentre la ripresa si gioca anche su questo. Il M5S è lo stesso che vuole chiudere i piccoli comuni, che invece sono vitali per il Paese. II fatto è che i Cinquestelle sono fuori dalla realtà. L’Alta Velocità è vitale, ha cambiato e unito l’Italia. Il problema semmai è farla arrivare in Liguria o in Calabria».
Lei si è dimesso per un’inchiesta che poi è stata archiviata. La Boschi invece è stata difesa ad oltranza dal suo partito, il Pd…
«lo non guardo cosa fanno gli altri. II tempo è galantuomo, nella vita ci sono ideali che valgono più di una poltrona».
Intervista di Alessandra Costante al SecoloXIX