Non torniamo in FI Pd interlocutore ideale, il modello è la Spagna.
Lupi: le Camere? Una agli azzurri e una ai dem
Intervista al Corriere della Sera del 14/03/2018 di Giuseppe Alberto Falci
ROMA «La federazione di noi centristi con Forza Italia non può essere una mera somma di numeri per superare di un parlamentare la Lega di Salvini, ma ha bisogno di un progetto politico, la politica dei meri calcoli è finita».
Per Maurizio Lupi, uno dei leader di Noi con l’Italia, la cosiddetta «quarta gamba», il centro della coalizione di centrodestra che, ammette, «è uscito sconfitto da questa tornata elettorale», può ripartire con un progetto serio e credibile solo «se si rinnova» perché «con le liturgie del passato non si va da nessuna parte».
Onorevole Lupi, è un modo elegante per che presto tornerete in Forza Italia?
«No, no. La nostra, se sarà, sarà una federazione ma non un autoscioglimento. Noi con l’Italia ha raccolto oltre 400 mila voti in tutto lo Stivale. Non saremmo credibili se oggi dicessimo ai nostri elettori: “Torniamo in Forza Italia”. Il nostro obiettivo resta sempre quello di costruire un centro del centrodestra nel solco del Ppe».
Adesso però c’è da fare un governo. Il centrodestra è arrivato primo, ma non ha i numeri per governare. Come si scioglie questo nodo?
«Intanto la coalizione di centrodestra deve assumersi la responsabilità di governare il Paese cercando i numeri in Parlamento».
Rivolgendosi in particolare a chi?
«È ovvio che il nostro interlocutore naturale è il Pd, ma questa volta a differenza della precedente legislatura non ci sarà un coinvolgimento politico dei democratici. Il modello cui ispirarsi è quello spagnolo dove Rajoy governa e l’opposizione socialista si è assunta la responsabilità di dire ai popolari: provate a governare».
Chi dovrebbe essere il premier di un esecutivo del genere?
«Non può che essere Salvini, è arrivato primo».
Quanto potrà durare un governo del genere?
«Tutti i governi che nascono con una scadenza sono in partenza deboli. Deve essere un governo che governa».
Matteo Salvini non intende cedere una delle presidenze delle Camere a Forza Italia. Cosa ne pensa?
«Sarebbe un grosso errore da parte del segretario della Lega, non può non tener conto della parte moderata della compagine. Salvini ha dunque la responsabilità di affidare una delle due presidenze a Forza Italia. Sarebbe un atto politico importante che rafforzerebbe la coalizione e la sua leadership».
Fra gli azzurri circola il nome di Paolo Romani come candidato alla presidenza di Palazzo Madama. Qual è il suo giudizio?
«Romani mi sembra una candidatura autorevole. Ha rivestito egregiamente il ruolo di capogruppo e anche quello di ministro. Insomma, ha le carte in regola».
Se una presidenza andasse a FI l’altra a chi dovrebbe essere affidata?
«Senza alcun dubbio al Pd. In questa fase delicata sarebbe un segnale molto importante affidare una delle due Camere all’opposizione. In questo modo la politica saprebbe dare una prospettiva all’Italia».