L'intervista di oggi al Mattino di Napoli
Lupi: no a veti su Romani al Senato. Chi aspira a guidare sia disponibile
«Se Salvini deve guidare la coalizione come è giusto si dimostri disponibile nel dare una presidenza di una delle Camere ad una personalità della coalizione che non sia della Lega. Già questo comincerebbe a liberare il campo dagli equivoci in queste difficili trattative». L ‘ex vicepresidente della Camera, Maurizio Lupi, eletto nelle fila centriste di “Noi con I ‘Italia”, individua chiaramente uno dei nodi politici per l’avvio della nuova legislatura. Pesano, sullo sfondo, i veti incrociati all’interno del centrodestra e la sottile «guerra fredda» che sembra essere scoppiata tra la Lega e Forza Italia.
Anche ieri Salvini ha sentito Di Maio, teme che tra il Carroccio e i grillini ci possa essere un accordo che vada oltre l’individuazione dei candidati alla presidenza delle Camere?
«Sarebbe una contraddizione, la Lega e MSS hanno programmi contrastanti, penso ad esempio alla concezione statalista dei grillini sul reddito di cittadinanza. II leader leghista fino ad oggi ha sempre dichiarato che qualsiasi accordo va trovato a partire dalla coalizione di centrodestra che è quella che ha ottenuto la maggioranza relativa sia a Montecitorio che a Palazzo Madama. Un governo con i 5SteIIe sarebbe contrario al volere dei cittadini, va invece un accordo politico per Varare un governo che raccolga i consensi alle Camere su un programma definito».
Nelle sue parole c’è un convitato di pietra, il PD, che però al momento sembra essersi tirato fuori dai giochi.
«Non ci sarebbe errore peggiore da parte del Pd che ritirarsi sull’ Aventino senza giocarsi una partita fondamentale nell’interesse proprio e dell’Italia. Comprendo che abbiano preso atto della sconfitta e stiano quindi cercando delle soluzioni per venir fuori dalla crisi, ma ora è il momento della responsabilità e i colleghi del Pd non possono tirarsi fuori per dare il contributo come hanno fatto in passato»
Ha fatto parte nell’ultima legislatura di un governo a guida Pd, le hanno affidato il ruolo di pontiere per eliminare queste resistenze?
“Ma no, se servirà darò il mio contributo. Oggi è giusto che ad aprire il dialogo con tutti gli altri partiti siano coloro che stati indicati dalla coalizione per svolgere questo compito. Spero che il risultato di questi confronti sia riuscire ad eleggere sin dalle primissime votazioni i presidenti delle Camere. Sarebbe un bellissimo segnale».
Il Movimento 5 Stelle già ha un veto sulla possibile convergenza a votare Paolo Romani alla presidenza di Palazzo Madama.
«Mi sembra che i 5Stelle siano ancora in campagna elettorale come quando dicono di rivendicare una presidenza per eliminare i vitalizi che, tra I ‘altro, sono già stati aboliti. I grillini danno sempre I ‘impressione di essere in propaganda permanente. Paolo Romani sarebbe personalità più che degna per la presidenza del Senato, cosi come altri. È finito il tempo dei veti, ora è quello della responsabilità”.
Brunetta ha detto che Salvini è il leader della Lega, non del centrodestra. Le fibrillazioni sembrano forti anche perché Fi teme di essere annessa dal Carroccio?
«Io credo non ci sia una guerra in atto. la Lega risultato il primo partito della coalizione e Salvini è stato riconosciuto primus inter pares secondo gli già stabiliti. Su questo Brunetta ha ragione: pensare di monopolizzare Ia coalizione sarebbe un gravissimo errore: Berlusconi ha dimostrato per anni di aver sempre fatto gli interessi dell’intero centrodestra, ora spetterà a Salvini dimostrare altrettanto. E poi mi auguro si sia compreso dopo queste ultime elezioni che la politica dei tatticismi abbia stufato gli elettori. Ora bisogna solo dimostrare di avere le capacità e la volontà di saper far nascere un governo».
Nessuna guerra fredda, ma si parla di un’adesione del suo gruppo, Noi con l’Italia, a quello di Forza Italia. Al Senato sareste determinanti far superare a Fi la pattuglia di senatori della Lega.
«Ora dobbiamo ragionare da coalizione, fare questi giochini sarebbe improduttivo per tutti. Poi è vero che in settimana il nostro partito si riunirà e valuteremo se aderire a Forza Italia perché è evidente che abbiamo comuni radici, valori ed obiettivi. Nel caso però sarebbe una scelta da non leggere assolutamente come una mossa per sopravanzare nel numero i parlamentari leghisti».
Intervista al Mattino di Valentino Di Giacomo