INTERROGAZIONE in Assemblea – Alitalia
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per la soluzione della crisi di Alitalia, in stato di commissariamento dal 3 maggio 2017, era stata annunciata la data del 31 ottobre 2018, dalla quale sono passati ormai quasi quattro mesi;
al 30 settembre 2018 Alitalia dichiarava di avere in cassa 770 milioni di euro e di essere quindi in grado di restituire allo Stato il prestito ponte di 900 milioni, cosa che non è ancora successa;
finora lo Stato italiano, cioè i contribuenti, ha versato a fondo perduto nelle casse di Alitalia 8 miliardi e 595 milioni di euro;
di fatto, i cittadini italiani continuano a pagare per le disfunzioni di Alitalia con una «tassa d’imbarco» per il Fondo del trasporto aereo;
il 7 agosto 2018 il Vice Presidente del Consiglio dei ministri Luigi Di Maio dichiarava: «Non vogliamo mettere altri soldi dei contribuenti»;
dal 2008 Alitalia era una società privata e, seppur non ancora risanata, le sue perdite erano totalmente a carico dei soci e non più dei cittadini italiani;
ora ritorna insistentemente sui media l’ipotesi di una rinazionalizzazione della compagnia di bandiera attraverso l’ingresso, oltre che di società controllate (Ferrovie dello Stato italiane) direttamente del Ministero dell’economia e delle finanze;
nel contempo il Governo parla di privatizzazioni per 18 miliardi di euro nel corso del 2019;
nel caso di scuola che si cita, Air France, la partecipazione dello Stato è del 14 per cento;
a fronte di queste voci, il Ministro interrogato ha dichiarato che c’è disponibilità del Governo e, quindi, del Ministero dell’economia e delle finanze se il piano industriale consente di fare l’operazione, che deve essere solo di mercato: un piano industriale che preveda la loro convenienza ma anche la nostra. La seconda condizione, collegata alla prima – ed è ovvio – è che tutta questa operazione deve essere condotta nell’ambito della normativa europea –:
se lo Stato italiano si appresti a ridiventare azionista di Alitalia, con quale impegno economico e con quale quota di partecipazione.