INTERROGAZIONE in Commissione – Afghanistan
presentato da
testo di
il Ministro della difesa ha annunciato l’avvio di una pianificazione per il ritiro del contingente italiano in Afghanistan entro un anno;
i nostri militari, 800 effettivi, sono attualmente impegnanti in attività di addestramento delle Forze di sicurezza afghane;
gli attacchi dei talebani sono quotidiani e hanno inflitto perdite a poliziotti e soldati afghani per un totale di 45.000 uomini, secondo quanto dichiarato dal Presidente Ashraf Ghani;
il Generale Noorullah Qadiri, Comandante militare afghano del settore occidentale (dove operano i militari italiani), ha dichiarato: «In meno di dieci mesi abbiamo avuto 800 morti e 1100 feriti (…) Ringrazio di cuore la comunità internazionale che ci aiuta e soprattutto gli italiani. Però non siamo ancora autosufficienti. Se fossimo lasciati soli rischieremmo di essere sopraffatti»;
testimonianze raccolte tra la popolazione e riportate oggi da organi di stampa italiani dicono: «Occorre che gli italiani restino, sono una garanzia per l’ordine interno e la crescita»;
per la Nato il ritiro del contingente italiano è «prematuro». «Siamo in Afghanistan per creare le condizioni di una soluzione pacifica negoziata – ha detto il Segretario Generale della Nato, Jens Stoltenberg – non lasceremo prima di avere una situazione che ci permetterà di ridurre il numero di truppe, il nostro obiettivo è quello di impedire che il Paese torni a essere un paradiso sicuro per il terrorismo internazionale»;
quando il Ministro della difesa diede l’annuncio del ritiro a il Ministro interrogati si trovava a Gerusalemme, e ai giornalisti che lo interpellarono sulla questione, dichiarò: «Ritiro Italiano? Lo apprendo da voi. Ne parlerò con Roma» –:
se, siano avvenuti i chiarimenti interni al Governo in merito, siano state assunte le conseguenti determinazioni da parte del Ministro interrogato, in quanto responsabile della politica estera del nostro Paese, sul disimpegno italiano da un fronte così delicato, che ha visto l’impegno e il sacrificio di tanti nostri militari, impegno e sacrificio che potrebbero essere vanificati.
(5-01534)