Dopo l’incontro di ieri del presidente del Consiglio con i leader dell’opposizione non è superfluo ribadire che cosa vuol dire fare un lavoro in comune
Dopo l’incontro di ieri del presidente del Consiglio con i leader dell’opposizione non è superfluo ribadire che cosa vuol dire fare un lavoro in comune. Perché lavorare insieme in un momento di crisi drammatica come questo è un dovere ma per farlo è necessario ascoltare e confrontarsi con le proposte delle opposizioni.
Noi riteniamo che il decreto #CuraItalia sia insufficiente a fronteggiare l’emergenza economica, sia in termini di risorse stanziate sia per la copertura della platea di soggetti economici interessati.
In fase di conversione del decreto occorre quindi sin da subito sapere quali saranno i contenuti e le risorse del nuovo decreto a cui il Governo sta lavorando: la nostra richiesta è di #50miliardi aggiuntivi e che si porti subito in Parlamento la nuova di richiesta di scostamento dal debito.
I limiti del Cura Italia sono l’incertezza che genera e l’esclusione di alcune categorie, per esempio i #LiberiProfessionisti, i proprietari di #immobili o le piccole e medie #aziende. Se l’obiettivo del decreto è salvaguardare la struttura produttiva del nostro Paese, sono proprio le piccole e medie aziende quelle da tutelare, perché della struttura produttiva italiana esse sono i principali protagonisti. Noi crediamo che nel medio periodo valga di più finanziare le imprese che mantengono il lavoro e che non licenziano piuttosto che finanziare nuova cassa integrazione.
È necessario inoltre che il governo intervenga con urgenza a favore delle #imprese edili che lavorano nel campo delle #infrastrutture. Costrette quasi tutte a sospendere i lavori, non possono rischiare di dover pagare penali e indennizzi per i ritardi di consegna di cui non hanno evidentemente alcuna responsabilità.
Allo stesso modo bisogna tutelare le nostre imprese che esportano perché rischiano anche loro pesanti penali per le mancate consegne.