Maurizio Lupi

 COMMERCIANTI, IL DELIRIO DECRETATORIO CONTINUA
Dicembre 7, 2020

COMMERCIANTI, IL DELIRIO DECRETATORIO CONTINUA

L’avvocato del popolo nel suo delirio decretatorio si è dimenticato del popolo, e anche della Costituzione. In Italia è praticamente ormai azzerata la libertà di movimento. Il presidente del Consiglio e i suoi consiglieri ritengono di saper difendere meglio i nostri anziani di quanto possano fare i loro figli.
Con il divieto di spostamento dall’area del comune di residenza nei giorni festivi dimostrano di non sapere come è fatta l’Italia, perché un conto è vivere a Roma e un conto in un comune di pochi abitanti.
Su 8.000 comuni sono ben 6.000 quelli che hanno meno di 5.000, 1498 sono sotto i 1000 abitanti e 135 sotto i 500. Quasi sempre in queste realtà i genitori vivono nel comune limitrofo, distante pochi chilometri, ma a Natale, secondo Conte e i suoi illuminati consiglieri, non potranno vedersi.
Vi pare normale, vi pare logico, vi pare costituzionale?
Per non dire poi della beffa dei ristoranti, sui quali il presidente del Consiglio ha mentito dicendo che la chiusura serale gli era stata chiesta dal Comitato tecnico scientifico. Falso, Nei rapporti finalmente pubblici delle riunioni del comitato questa richiesta non c’era, neanche come raccomandazione. Ora i ristoranti vengono a sapere che, per gentile concessione dell’avvocato dei loro clienti, potranno restare aperti a Natale, Santo Stefano e Capodanno, ma potranno ospitare sono avventori del loro comune: a Cissone, paese di 90 abitanti in provincia di Cuneo, dove ci sono tra i migliori ristoranti delle Langhe, prevedono il pienone! E questa sarebbe la collaborazione, l’unità invocata nell’emergenza?
Non ascoltano le Regioni, non ascoltano le associazioni imprenditoriali, non ascoltano l’opposizione, dispensano prediche moralistiche, discettano di eresia, spargono paura a piene mani e ci chiudono in casa.
Anzi no, la soluzione ce l’hanno, per i ricchi: prenditi una vacanza di 17 giorni e puoi andare dove vuoi, tanto il lavoro non c’è!
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