INACCETTABILE CHIUSURA IMPIANTI SCI
Abbiamo accordato la nostra fiducia a un governo del Presidente e a Mario Draghi, e la confermeremo con il voto in tal senso che daremo al presidente del Consiglio giovedì prossimo alla Camera dei deputati. Non sono certo le conferme di Luigi Di Maio e Roberto Speranza nei ministeri che già occupavano nel governo Conte bis ad averci convinto.
Abbiamo chiesto al presidente Draghi una discontinuità col precedente esecutivo, nella sua autonomia non l’ha voluta attuare, in alcuni casi, sui nomi dei ministri, ci aspettiamo che la discontinuità sia nei contenuti e nei fatti. Il Recovery Plan e la gestione della pandemia e del piano vaccini sono i due temi sui quali la si potrà verificare.
Il piano per l’uso dei 209 miliardi della Next Generation Eu è totalmente da riscrivere. Sulla gestione della pandemia abbiamo assistito ieri al riproporsi di uno spartito di cui si è abusato nell’anno passato e che speravamo non si ripetesse: l’allarme mediatico lanciato dal consulente del ministro, l’adeguamento del Comitato tecnico-scientifico, la decisione del ministro della Salute. È successo ieri sullo sci, avevamo visto già questo metodo inaccettabile all’opera su ristoratori, mobilità e negozi.
Non entro nelle questioni di merito, ma il metodo (una chiusura a poche ore dall’apertura a cui tutti si erano preparati e per le quali il Cts aveva definito nuove e più restrittive regole a cui le Regioni e gli operatori del settore si erano adeguati) è offensivo, e non sono il solo a pensarla così, più sconcertato di me è il presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini.
Di Ricciardi ricordo – en passant – che il 22 dicembre pronosticò 40 mila morti nel mese di febbraio, abbiamo superato la metà del mese e i morti sono 4.733, tanti, ma infinitamente di meno di quanti ‘scientificamente’ pronosticati dal profeta di sventura al cui consiglio il ministro della Salute continua ad affidarsi. Il presidente del Consiglio nella prima riunione del governo ha giustamente invitato tutti all’unità, ma l’unità si fa sui contenuti, sul Recovery plan, sul piano vaccini, sulle riforme indispensabili. E soprattutto l’unità è un metodo, non un paravento per le iniziative sconsiderate di singoli.
È questo il cambio di passo che ci aspettiamo.