DOBBIAMO PROGRAMMARE LA RIAPERTURA
Quello che le persone chiedono non è il diritto all’assistenza, ma è il diritto di tornare a essere protagonisti delle proprie vite, il diritto di avere una dignità data dal proprio lavoro e le categorie che stanno protestando lo fanno proprio per raccontare questo disagio che conosciamo e per chiedere certezze sul loro futuro.
Non sono solo i dati sanitari ad essere drammatici, lo sono anche quelli economici e sociali: in un anno, nonostante il blocco dei licenziamenti, abbiamo perso 1 milione di posti di lavoro e la tensione sociale continua a crescere. Sapevamo tutti sarebbe successo.
Certamente vanno sottoscritte la condanna delle violenze e la solidarietà alle forze dell’ordine per gli scontri di ieri a Montecitorio, ma contemporaneamente non possiamo più non capire e non comprendere le ragioni che portano le persone alla protesta.
Non si può continuare a chiedere ai cittadini di vivere nell’incertezza e nella paura dopo oltre un anno che si combatte questa pandemia.
Sappiamo che c’è un piano di vaccinazione, perché contemporaneamente non si riprogrammano le riaperture con un meccanismo automatico, come quello delle zone bianche-gialle-arancioni-rosse, invece di continuare con questi ‘’stop and go’’?