MYANMAR, FERMIAMO GLI ATTACCHI ALLE CHIESE
Noi con l’Italia è ferma nel condannare ogni violenza che metta in discussione la dignità umana in Myanmar, paese nel quale infuria il conflitto tra esercito birmano e forze di difesa popolari che si oppongono alla giunta militare.
Ho accolto l’appello urgente che il Presidente e i vescovi della Conferenza episcopale birmana hanno rivolto al mondo intero sul rispetto della dignità umana per la cessazione degli attacchi militari contro i luoghi di culto, trasformati oggi in luoghi di rifugio per tutti gli sfollati che a causa delle inarrestabili tensioni cercano un luogo sicuro per non morire di fame.
Nel silenzio dei media, molte chiese sono state distrutte oppure coinvolte in violenze e raid militari semplicemente per aver dato accoglienza a chi cercava asilo, come è accaduto nello Stato birmano di Kayah nel Myanmar orientale.
Il bilancio dei morti accertati dall’inizio delle proteste ha superato le 850 vittime e non si contano più le migliaia di persone costrette a lasciare le proprie abitazioni. Come ha detto Papa Francesco bisogna intervenire subito per permettere corridoi umanitari e chiedere, nonostante il disastro politico in Myanmar, che siano rispettati i luoghi neutrali di rifugio come chiese, moschee, templi, scuole e ospedali.
Ho chiesto in commissione al Ministro degli esteri come si pronuncerà l’Italia nelle sedi internazionali sugli ultimi sviluppi in Myanmar, alla luce delle responsabilità e del ruolo svolto dal nostro Paese per il rispetto della dignità umana e dei luoghi di culto.