OMNIBUS: DOBBIAMO CHIEDERCI PERCHÉ IL 50% DEGLI ELETTORI NON È ANDATO A VOTARE
Io credo che il problema del mio campo, il centrodestra, sia che rischiamo di rimanere uguali a noi stessi in eterno, nonostante la pandemia da una parte e il governo Draghi dall’altra abbiano cambiato persone, desideri, aspettative e la politica in generale.
Se nel 2023 ci presenteremo agli elettori uguali alle elezioni del 2018, con il mondo che nel frattempo è cambiato, rischieremo di non avere la forza di realizzare i nostri programmi, magari anche vincendo le elezioni. Dobbiamo iniziare ad investire sulla nostra classe dirigente e a riflettere sulla prospettiva politica che vogliamo dare al centrodestra perché sì, siamo maggioranza nel Paese, ma il 50% degli elettori non è andato a votare e noi dobbiamo chiederci il perché.
Nel 1996 Silvio Berlusconi lanciò la “moralità del fare”, e cioè un approccio pragmatico della politica che risolve i problemi reali dei cittadini. Se vogliamo governare il Paese nei prossimi anni come coalizione, e io lo voglio, non possiamo limitarci sempre alla “critica”, dobbiamo imparare anche a fare proposte che possano essere accettate.
Due esempi:
Diciamo tutti che il reddito di cittadinanza va cambiato, perché non facciamo delle proposte concrete per farlo?
Quando si parla di salario minimo (che è un ragionamento sacrosanto perché è indegno sottopagare i lavoratori per sfruttarli) perché lasciamo la discussione alla sinistra invece di convincere il Parlamento che, abbassando il costo del lavoro per le imprese e girando il risparmiato negli stipendi dei lavoratori dipendenti, aumenteremo di conseguenza i consumi del Paese facendo bene ad altre categorie, ad esempio i commercianti?