IL DIBATTITO SUL FINE VITA NON PUÒ ESSERE TIFOSERIA POLITICA
Un dibattito così importante e delicato come il Fine Vita non può essere (e non deve essere) trattato, come ultimamente capita per ogni discussione in Italia, come uno scontro tra tifoserie da stadio.
Questa legge si occupa della malattia, della sofferenza, del diritto alla vita o del diritto alla morte (esiste questo diritto?), si confronta con la disperazione di uomini e donne da guardare con carità e misericordia.
Quello che io voglio come legislatore (e che mi aspetterei come cittadino) è confrontarmi in Parlamento, e anche nel dibattito pubblico, con il rispetto reciproco delle proprie posizioni e con il metodo dell’ascolto di chi non la pensa come noi.
Le contraddizioni del testo sono evidenti: può essere concesso al cittadino di chiedere che lo Stato gli tolga la vita, a fronte di una imprecisata e discrezionale “condizione clinica irreversibile”?
E infine, vorrei aggiungere una cosa: chi presiede la Camera dei deputati (ieri il vicepresidente) non può comportarsi come un freddo notaio.
Il comportamento del tutto inadeguato a cui ho assistito ieri sera non è accettabile ne tutela la dignità delle istituzioni che si rappresenta.
On. Maurizio Lupi