Lupi – Il Mattino: Riforme: «basta proclami, no al decreto, si parta con un disegno di legge»
Il leader di Noi Moderati: «l’’autonomia è obiettivo di legislatura, serve il dialogo. Le Bicamerali non vanno demonizzate solo perché in passato sono state un flop»
Onorevole Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati e presidente del gruppo Noi Moderati-Maie della Camera, sul percorso della riforma dell’autonomia differenziata la maggioranza procede con continui stop and go. E’ un problema di merito o di metodo?
«Intanto noi abbiamo come prospettiva l’intera legislatura e le elezioni dello scorso settembre hanno consegnato come risultato una maggioranza politica ben chiara. Uno degli obiettivi della coalizione è riformare il Paese e l’autonomia differenziata è una componente di questo percorso».
Ma si procede a zig-zag con Calderoli e la Lega che accelerano e Fdi, Fi e la stessa Meloni che frenano: che gioco è?
«Io dico che se da parte di qualcuno si facessero meno proclami e si guardasse meno ai sondaggi del momento l’intera coalizione ne guadagnerebbe. Un dato deve essere chiaro: sugli obiettivi di governo e sui risultati politici della coalizione ci giochiamo tutti la nostra credibilità. Quindi, serve responsabilità. E io credo che per una riforma come quella dell’autonomia differenziata si debba partire da un disegno di legge, non da un decreto, su cui l’intero Parlamento dovrà confrontarsi. Non si fanno riforme né con le fughe in avanti né a colpi di maggioranza».
Pd e M5s contestano l’impianto della bozza Calderoli perché sostengono che su Lep e spesa storica la riforma vada a vantaggio delle Regioni del Nord e amplii il divario con il Mezzogiorno. È d’accordo?
«Vorrei dire al Pd di guardare i dati di partecipazione elettorale nel Mezzogiorno: sono al minimo storico, segno di una forte disaffezione. Questa riforma dobbiamo discuterla insieme, poi ognuno si assumerà le sue responsabilità ma ricordo che anche i governatori Pd, Bonaccini in testa che oggi corre come segretario nazionale del partito, si sono espressi a favore dell’autonomia differenziata».
Ci saranno fazioni Nord contro Sud?
«La riforma non è contro qualcuno ed è chiaro che dobbiamo prevedere dei meccanismi perequati- vi per le Regioni più in difficoltà così come sulla spesa storica il gap delle Regioni del Sud va colmato. Tutti noi vogliamo la coesione territoriale e la sussidiarietà ma siamo anche convinti che le riforme vadano fatte. E poi non dimentichiamo la lezione dell’epidemia Covid: serve una sanità efficiente, nessuno si salva da solo».
Con quale strumento si vareranno le riforme?
«Uno potrebbe essere una commissione Bicamerale».
Mai precedenti tentativi non sono proprio così promettenti…
«Se un metodo giusto ha portato in passato a un risultato sbagliato non per questo va demonizzato. In ogni caso in alternativa potrebbero lavorare assieme le due commissioni Affari costituzionali di Camera e Senato».
Non solo sull’autonomia, ma anche su intercettazioni, fisco ed accise l’atteggiamento della maggioranza è parso quantomeno contraddittorio. Manca una regia?
«E’ chiaro che non si può procedere con due passi avanti e uno indietro o lanciare il sasso nello stagno per vedere quanti cerchi si formano. Io dico: fissiamo delle priorità, strategiche per l’immediato come su energia, famiglia, fisco; e obiettivi di legislatura come le riforme. Lo stesso premier Giorgia Meloni ha detto che l’azione di governo deve essere chiara anche se a volte può apparire impopolare».
In che senso?
«Sulle accise, per esempio, abbiamo tenuto una linea di fermezza ritenendo che le risorse a disposizione andassero impegnate nelle politiche di sostegno alle famiglie. Questo vuol dire assumersi le responsabilità e non dare un colpo al cerchio e uno alla botte».
Sulle riforme lei ha rilanciato l’idea delle macroregioni. C’è già un testo da cui partire?
«Al momento no malo stiamo elaborando. Ricordo che proprio l’ex presidente della Regione Campania Stefano Caldoro aveva lanciato quest’idea. Le macroregioni potrebbero rappresentare un esperimento di coesione in cui le eccellenze territoriali, in termini di produttività, infrastrutture, paesaggio definiscano un modello di sviluppo forte valorizzando le peculiarità di Comuni e Province».
Calenda ha già detto no…
«Dico al “professor” Calenda che questo modello di organizzazione territoriale viene da lontano».
Torneremo alle vecchie Province?
«Restituiremo ai cittadini l’elezione diretta».
Che tempi prevede per il varo dell’autonomia?
«E nel programma del centrodestra, quindi si farà».
Intervista di Lorenzo Calò a Maurizio Lupi per Il Mattino del 25 gennaio 2023