Corriere della Sera – Lupi: Il bipolarismo vive, schierarsi serve ancora. Ma io sogno un Pdl 3.0
Quello che tutte le ultime elezioni hanno dimostrato – Politiche, Regionali e le stesse Primarie – è che «o si hanno proposte identitarie, chiare, rivolte ai cittadini le cui istanze si vogliono rappresentare, o si fallisce». Per questo Maurizio Lupi, presidente di Noi moderarti, mette in guardia dai facili entusiasmi di un centro che, dopo la vittoria di Elly Schlein, sembra abbia gran voglia di ricostituirsi come soggetto autonomo: «Il bipolarismo non è affatto morto, resta necessario schierarsi da una parte o dall’altra. Ma non significa che ci si sente di centro non abbia un compito: ha quello appunto di essere a sua volta identitario e rappresentante di specifici valori, a partire dalla difesa delle libertà e dalla responsabilità come metodo di governo. ma non è con formule geometriche che si occupa questo spazio».
Non crede funzioni l’attivismo al centro – dalla fusione Iv e azione al movimento di Fioroni alla Dc 3.0 di Cesa e Rotondi – per attrarre le possibili fuoriuscite del Pd?
«Vedo proposte déjà-vu, spazi che si riempiono in un’elezione e si perdono in quella dopo, tutte, sempre, all’interno del palazzo. Manca il dialogo con la società viva. E, comunque, il perimetro in cui muoversi è quello identitario, conservatore da una parte e progressista dall’altro».
Cioè, c’è poco da fare?
«Al contrario, c’è moltissimo da fare. Schlein punterà sicuramente su diritti civili, su battaglie sociali, su reddito di cittadinanza, salario minimo, come nel nostro campo Meloni sta governando con la barra dritta su Ucraina, su gestione dei conti pubblici, su famiglia e natalità il centro ha bisogno come il pane di una sua proposta sussidiaria e concreta in cui riconoscersi e su cui poi aggregare personale politico».
Che intende per proposta?
«Le faccio due esempi: su balneari, su transizione ecologica, non si può solo difendere l’esistente, ma battersi per avere una specificità italiana guardando avanti però, non stando in difesa sulle barricate. Sul superbonus al 110%, un centro forte non può che dire che è una risposta sbagliata alla necessità di crescita economica perché non equa»
E come si rappresenta questo centro?
«servirebbe davvero un Pdl 3.0, un grande partito che possa unire, come fece berlusconi con la sua discesa in campo, tante tradizioni esistenti – socialista, popolare, riformista, liberale – ma dando un’identità precisa e sopratutto un linguaggio nuovo, adatto alla società che evolve. Un paritto che rappresenti istanza reali, in collegamento con i conservatori».
Serve un Berlusconi?
«non c’è oggi un superman o un Mandrake in giro. bisogna superare i personalismi e rimetterci in gioco. Mai come oggi i cittadini rimasti senza punti di riferimento hanno bisogno di una casa».
Intervista di paola di Caro a Maurizio Lupi, per il corriere della Sera del 1 marzo 2023