La Repubblica: “Tutto non si può fare, serve il coraggio di scegliere. Non si rincorra il consenso”
“Tutto non si può fare, serve il coraggio di scegliere.
Non si rincorra il consenso”
Maurizio Lupi, la manovra già vi impensierisce, qualcuno pagherà: la luna di miele col Paese sta già finendo?
«No, chi governa lo fa attento alle risorse che si hanno, con al centro il bene comune. Non si fanno pagare i conti alle generazioni successive. C’è un problema di conti pubblici, non è tempo delle manovre a debito incontrollato, tutto non si può fare».
Le promesse sono state tante, dalle pensioni al taglio accise, cosa si può portare a casa?
«Più che promesse abbiamo un programma con il quale ci siamo candidati per governare cinque anni. Riduzione del cuneo fiscale, riforma fiscale, trasformazione del reddito di cittadinanza, riforma della giustizia: cose già fatte. La riduzione delle accise è un errore: costa un miliardo al mese, è un taglio orizzontale che va a beneficio anche di chi si può permettere un litro di benzina a due euro. Meglio vincolare quei soldi alle fasce più deboli e ridare potere d’acquisto ai salari. La riduzione del cuneo fiscale deve diventare strutturale, sono dai 50 ai 100 euro netti al mese per i dipendenti, mentre quota 41 non
mi pare una priorità del Paese. Oppure: rafforziamo la conciliazione lavoro-famiglia, portiamo al 60% per un anno il congedo parentale. Sugli investimenti abbiamo la sfida del Pnrr davanti, 40 miliardi l’anno se riusciamo a spenderli».
Le risorse per fare queste cose però come si trovano?
«L’errore da non fare è disperdere i fondi in mille rivoli. Ripeto: serve il coraggio di fare delle scelte».
Meloni dice di tagliare misure che non condivide: quali? Reddito e superbonus sono stati già smantellati.
«Con la riforma fiscale si accorpano detrazioni, deduzioni, un’enorme dispersione».
Sul tema immigrazione, dopo annidi slogan sui porti chiusi, orai scopre che gli sbarchi sono raddoppiati. Appellarsi all’Europa non è quello che hanno fatto tutti i governi negli ultimi anni?
«La memoria è corta: appena insediati lanciammo l’allarme su questa sfida epocale, per la prima volta non c’è solo la lotta ai trafficanti della morte come priorità ma tornare ad essere protagonisti nel Mediterraneo, il piano Mattei è una strada forte e nuova, oppure il decreto flussi».
II patto di bilancio incombe: l’alleanza con Francia e Spagna per allentarlo è la strada giusta?
«Sarà una battaglia che ci vedrà tutti uniti, spero anche con l’opposizione. L’anno scorso facemmo un deficit del 4,5%, stare al 3,7 % vuol dire già avere 15 miliardi in meno, diminuzioni che bloccherebbero la crescita».
Intanto Forza Italia e Lega sembrano battibeccarsi tutti i giorni, non è un problema?
«Anche Noi Moderati fa valere le proprie ragioni. Il centrodestra ha bisogno della componente moderata, senza responsabilità e concretezza non si governa, lo dice anche Meloni, rincorrere il facile
consenso è un errore».
Progetti per le Europee?
«Rafforzare la proposta popolare in un dialogo privilegiato con liberali e conservatori. Ci saremo e lavoriamo per un patto federato con chi si riconosce nel Ppe».
Intervista a Repubblica del 29/08/23 di Matteo Pucciarelli