Maurizio Lupi

 On.Lupi: «No ai garantisti a giorni alterni»
Febbraio 1, 2024

On.Lupi: «No ai garantisti a giorni alterni»

La linea invalicabile
«I diritti e la dignità della persona non possono mai essere calpestati»

ROMA «Le immagini di Ilaria Salis in catene in un’aula di tribunale in Ungheria sono state un colpo al cuore. Sbaglia chi usa due pesi e due misure, chi strumentalizza una vicenda di diritti civili per qualche voto. Non si può essere garantisti a corrente alternata».

Maurizio Lupi, presidente di Noi moderati, esprime la posizione più netta nel centrodestra.

Onorevole Lupi, cosa pensa delle parole del ministro Lollobrigida che ha dichiarato di non aver visto quelle immagini e di non poterle commentare?
«Non so in quale contesto Lollobrigida abbia detto quelle cose, immagino possa essere stato colto di sorpresa
dalla domanda. Non lo dico per giustificare nessuno. Ma più che le sue parole, mi hanno colpito altre dichiarazioni, rilasciate a freddo. Certi distinguo non mi sono piaciuti. Non servono».

Si riferisce alle parole di Salvini sulla maestra italiana?
«Sì. Io penso che una situazione inaccettabile come quella mostrata dalle immagini dell’udienza in Ungheria
non si possa strumentalizzare a fini politici. Ci siamo già dimenticati di Enzo Carra in manette ai tempi di Mani pulite? La presunzione di innocenza è fondamentale, sempre. Evocare eventuali condotte precedenti o discutere
l’opportunità che questa donna insegni, magari pensando di lucrare qualche voto, è un errore.                          Vale per tutti, ovviamente.
Ma vale tanto più per noi che del garantismo facciamo la nostra bandiera. Poi nel caso di Salis, i diritti e la
dignità della persona non possono mai essere calpestati.
È una vicenda che dovrebbe vederci tutti uniti andare nella stessa direzione».

Invece, appunto, non tutti sembrano aver percepito l’urgenza di protestare o di intervenire.
«Quelle immagini sono un colpo al cuore. Il giudizio non può che essere netto. Parliamo di riforma della giustizia,
di quanto può essere non rispettosa della dignità umana la carcerazione preventiva, e poi facciamo distinguo davanti a una nostra connazionale in catene? Consiglio di rileggere I miserabili di Victor Hugo o di andare con la memoria al caso Dreyfus in Francia a cavallo tra ‘8oo e ‘9oo».

Il governo di centrodestra ha avuto una certa timidezza nell’affrontare la vicenda perché il primo ministro ungherese, Orban, è politicamente vicino a Giorgia Meloni?
«Guardi, che con Orban ci sia un’amicizia è un valore aggiunto in questo caso: chi più di Giorgia Meloni può ottenere considerazione presso di lui? Basta pensare alla storia: quanto ci mancano le buone relazioni di Giulio Andreotti con i palestinesi o di Silvio Berlusconi con Gheddafi? Quando si ha un’identità forte e chiara si tratta ricevendo maggiore stima. Sono fiducioso che l’interlocuzione avviata dalla premier potrà portare risultati. Suggerisco alla sinistra di non strumentalizzare il rapporto di Meloni con Orban mentre ci si occupa di un’italiana detenuta in Ungheria. L’Italia è l’Italia. Dobbiamo essere tutti dalla stessa parte».

Secondo lei, Ilaria Salis tornerà presto in Italia?
«Lo auspico. Confido che l’iniziativa diplomatica la riporti presto in Italia, dove naturalmente si celebrerà il processo. E ovvio che l’istanza deve essere avanzata dai difensori della imputata stessa».

 

Intervista al Corriere della Sera, 1/02/2024

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