Il Messaggero, Lupi : «bene in Abruzzo, ora a lavoro per le europee»
Il Messaggero, Lupi : «bene in Abruzzo, ora a lavoro per le europee»
Noi Moderati cresce in Abruzzo, Sardegna e Molise. Presidente Maurizio Lupi, ve lo aspettavate?
«Siamo soddisfatti, partivamo dallo 0,9% delle politiche quando il nostro simbolo era un aggregato elettorale di liste. Oggi c’è un progetto e partecipazione. Si può riprendere la proposta moderata ripartendo dai territori. Coi noi vince il recupero di una credibilità politica fatta di valori e che si traduce in concretezza».
Il flop in Sardegna: passo falso o campanello d’allarme?
«Le elezioni regionali premiano la capacità di governo sul territorio, l’acume politico del centrosinistra le ha fatte diventare però test nazionali. In Abruzzo l’attenzione è stata spasmodica, la sinistra ha alzato i toni e ora si lecca le ferite. In Sardegna dei ritardi nella scelta del candidato hanno complicato il quadro, è stato un grande insegnamento cui è seguita una riflessione. In Abruzzo, a conferma del buon governo, abbiamo vinto col governatore uscente. Mi colpisce però la bassa affluenza. È compito di tutta la politica recuperare quel voto, abbassare i toni e proporre percorsi credibili».
Il centro può scalare le gerarchie in coalizione?
«La sfida non è fare la guerra ai nostri alleati. Ognuno rafforza il centrodestra, siamo quattro anime e attraverso le nostre diversità portiamo ricchezza nella proposta politica. Noi moderati e Fi sono un pilastro indispensabile e fondamentale dell’asse, insieme ai conservatori della Meloni, che giustamente è leader di coalizione, e alla Lega che ha una presenza più identitaria».
Alle europee però sarete divisi. Non c’è più possibilità di andare insieme?
«Noi ci saremo, avremo un nostro simbolo. Lo abbiamo fatto in tre regioni e lo faremo anche alle europee perché vogliamo contribuire dall’Italia per il Ppe. Continuo a credere che le europee possano essere un momento di riaggregazione con Fi ma dipende dalle condizioni politiche, non si tratta solo di confluire l’uno nell’altro. Tajani ha fatto un appello a rimetterci insieme? Ne discuteremo, valuteremo. Forse è l’occasione per dimostrare la forza dei popolari in Italia».
Anche la Meloni non vorrebbe disperdere i voti dei moderati. C’è un dialogo con FdI?
«I conservatori hanno la loro identità, noi la nostra, saldamente ancorata ai valori della famiglia popolare europea. FdI guida la coalizione col lavoro fondamentale di Meloni ma questa distinzione è la forza della nostra coalizione. La nostra strada è indicata dal Ppe. La percorreremo da soli, come stiamo facendo, o attraverso un dialogo con Fi».
Renew può sottrarvi voti?
«C’è un dato politico evidente. Il centro moderato c’è sempre, da una parte o dall’altra, a conferma del bipolarismo. Dopo le politiche è sparito completamente il Terzo Polo. In Basilicata Azione e IV non sono intenzionate a candidare un terzo candidato. Non c’è centro fuori dalle coalizioni, anche per questo i moderati crescono».
Fino all’obiettivo del 4% in Ue
«Agli scettici ricordo che lo abbiamo già superato nelle europee del 2014, col Nuovo Centro Destra Alfano-Lupi prendemmo il 4,2%».
Intervista al Messaggero