Maurizio Lupi

 Lupi: “giusto fermare tutto, siamo per un fisco amico e collaborativo”
Maggio 23, 2024

Lupi: “giusto fermare tutto, siamo per un fisco amico e collaborativo”

Lupi: “giusto fermare tutto, siamo per un fisco amico e collaborativo”

Il leader di Noi moderati: il progetto con Forza Italia credibile se andremo oltre il 9%

Sul redditometro, si è fatto «tanto rumore per nulla». Ma era un rumore evitabilissimo, secondo Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati, che ci tiene a chiudere — nella chiarezza — quella che è stata una polemica durissima e anche foriera di pericoli per la maggioranza, ma che non va esasperata in tempi di campagna elettorale. Perché «la sfida che il centrodestra ha davanti riguarda la coalizione, non i singoli partiti che gestiranno il voto delle Europee ciascuno al proprio interno. Ed è una sfida per i prossimi tre anni di legislatura, che decideranno il fallimento o la riuscita del nostro governo».

Sul redditometro vi siete spaccati, finché non è intervenuta la premier Meloni.
«Che ha messo punto e punto esclamativo, sospendendo il decreto, e quindi ci sarà modo di rimettere in ordine le cose».

La tensione è stata alta.
«Diciamo che un po’ di confusione si è creata, anche perché la posizione di tutto il centrodestra è molto chiara sul tema fiscale: non vogliamo vessare i cittadini, e non deve valere la presunzione di colpevolezza. Siamo per un fisco amico e collaborativo, e infatti la nostra delega fiscale va in questo senso, proprio per recuperare l’evasione».

Quindi ha sbagliato il viceministro Leo?

«Io capisco bene, sono stato ministro, che esistono atti dovuti. Ma c’è modo e modo di dare una notizia, soprattutto se fa pensare, erroneamente, a un ritorno a un passato superato. A volte oltre alla sostanza va prestata attenzione anche alla forma».

C’è stata una sollevazione di voi alleati di FdI: non avete esagerato?
«Beh, una reazione di fronte a un decreto di cui nessuno sapeva nulla e che va contro, per come era stato comunicato, alla politica del centrodestra la trovo abbastanza giustificata. Meno quella sul superbonus: ha ragione Giorgetti, basta con questa idrovora che divora fondi e ci affonda sempre di più».

La competizione per le Europee è evidente, ma perché? Il governo non sembra a rischio oggi…
«Lo penso anche io. È vero che col proporzionale la competizione è naturale, ma noi dovremo tener conto solo di tre fattori. Il primo è l’Europa: ci stiamo giocando i prossimi 5 anni dell’Ue ma anche dell’Italia, perché è in Europa, insieme non da soli, che si affrontano i grandi passaggi e le transizioni».

Eppure sembra una competizione tutta interna
«Ed è un errore. Quello che conta è il risultato della coalizione: se prendiamo più voti che alle Politiche, comunque siano distribuiti, vorrà dire che abbiamo il consenso dei cittadini. Per i singoli partiti ci sarà certamente un’indicazione, ma non sarà mai messo in discussione il governo».

Per Noi moderati e FI, presentandovi insieme, quale indicazioni vi aspettate?
«Noi nei sondaggi prima dell’accordo avevamo l’1,5%, FI il 7%. Ora la media ci dà al 9%, se in più andremo in doppia cifra, vorrà dire che per la prima volta due partiti che si uniscono prendono più voti assieme che divisi. Significherebbe che il progetto è credibile, che il tanto invocato centro esiste, ed è essenziale asse del centrodestra».

E a quel punto che fareste?
«Lo vedranno le leadership, l’amico Tajani e noi. Non stiamo sciogliendoci in FI e non ne abbiamo intenzione, ma potrà partire un nuovo progetto, attrattivo per un’area che a sinistra continua a dividersi e dalla nostra parte si fortifica su comuni valori e provenienza. Può iniziare un cammino importante».

Intervista al Corriere della Sera

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