Lupi, il Messaggero: “il centro da solo ha fallito”
Lupi, il Messaggero: “il centro da solo ha fallito”
“Rafforzare il centro del centrodestra». Eccolo, l’obiettivo che si è dato il leader di Noi Moderati Maurizio Lupi. Significa dare un contributo alla governabilità. E una spinta a quelle politiche senza le quali perderemmo la sfida del futuro. A cominciare dal sostegno ai giovani e alle famiglie, la priorità della prossima manovra”.
Partiamo dai movimenti del Centro. Ci saranno nuovi arrivi tra le file di Noi Moderati?
“Il punto non sono i nuovi o i vecchi arrivi. Ma un dato oggettivo: il progetto di costruire un’aggregazione centrista alternativa ai due poli, lanciato da Renzi e Calenda alle politiche di due anni fa, è fallito. Le Europee hanno definitivamente sancito ciò che sapevamo: dalla Seconda Repubblica in poi, gli elettori scelgono il centrodestra o il centrosinistra”.
Quindi è partita la caccia a eletti ed elettori dell’ex Terzo polo?
“Chiariamoci: non c’è in atto nessuna campagna acquisti. Ma in un quadro di bipolarismo, per chi come noi crede nella tradizione popolare moderata e sussidiaria, non resta che lavorare con ancora più forza nel centrodestra. Come Noi Moderati, il nostro obiettivo è quello di recuperare almeno una parte di quegli elettori e di quella classe dirigente che il centrodestra ha perso negli ultimi anni. Il Pdl aveva il 39%, noi e Fl alle Europee siamo arrivati al 10. Per questo occorre avere la forza e la capacità di aprirsi. E di tornare a es- sere una proposta forte e credibile per tutti, dalla società civile fino a co- loro la cui storia politica non è di centrosinistra”.
L’accordo con Alternativa popolare di Bandecchi fa parte di questa strategia?
“Per anni il Centro è sembrato Godot, tutti lo volevano realizzare nessuno sapeva bene come. Per noi il lavoro è chiaro: rimboccarsi le maniche e tornare ad essere protagonisti . Il centrodestra è il capolavoro politico di Silvio Berlusconi. In questo senso le Regionali sono un’occasione importante per aprirsi, a cominciare dalla urne in Umbria. Per noi c’è bisogno di rafforzare fortemente la proposta moderata e di centro nel centrodestra. Lo stesso sta accadendo nel centrosinistra con Renzi e Calenda. È consolidando i due poli che si rafforza una sana democrazia dell’alternanza”.
E l’attivismo dei fratelli Berlusconi? C’è chi lo legge come un segnale di insoddisfazione verso il Governo.
“Contento che un pezzo importante dell’imprenditoria sana di questo Paese, come è Mediaset, dialoghi con Draghi, ponga domande e riflessioni che sono utili a tutti. La vivacità della società civile, dagli imprenditori al mondo delle professioni al terzo settore o all’università, non può che arricchire la politica: più la società torna a impegnarsi, più ci spinge a fare di meglio per rappresentarla”.
Non vede i segnali di una possibile discesa in campo da parte di Marina o Pier Silvio?
“Non vedo nessuna nuova discesa in campo. Solo una rinnovata autorevolezza da parte di una classe imprenditoriale che vuol partecipare al dibattito di un Paese che ha grandi sfide davanti a sé, a cominciare dalla transizione ecologica e digitale. Credo che sia naturale che questo dibattito ascolti anche voci autorevoli come quelle di Marina e Pier Silvio Berlusconi”.
Grandi sfide come la cittadinanza? O lo lus scholae resterà un dibattito agostano?
“I dibattiti agostani non vanno da nessuna parte. Antonio Tajani ha annunciato una proposta organica che toccherà tanti temi, dalla revisione delle norme sulla cittadinanza alla modifica della Bossi-Fini. Ci confronteremo come facciamo da trent’anni. Ricordo che abbiamo già aumentato a 500mila il decreto flussi, varato un grande piano sull’Africa e stiamo combattendo attivamente l’immigrazione clandestina”.
Che giudizio dà della vicenda Toti?
“Non do un giudizio sul patteggiamento: una scelta personale di Giovanni e dei suoi legali. Ma mi sembra che dopo tre mesi di arresti domiciliari di un presidente, osservando i contenuti del patteggiamento venga confermato un modello ligure di buon governo. È compito della magistratura fare indagini. Ma non si possono utilizzare strumenti che violino libertà della persona e il principio di presunzione d’innocenza”.
E il caso Salvini?
“Un’altra faccia della stessa meda-glia. Mi chiedo: un pm può chiedere sei anni di condanna non su eventuali reati commessi, ma su atti compiuti nell’esercizio della funzione di un ministro degli Interni? Di un governo che aveva fatto di quei contenuti, la difesa dei confini, un punto programmatico dirimente, su cui aveva ricevuto un mandato degli elettori? Mi sembra un prece dente grave”.
Non si rischia di esacerbare lo scontro coi giudici, parlando di «democrazia a rischio» e chiamando alla mobilitazione?
“La Lega sceglierà in autonomia la strategia che ritiene migliore. Io penso che il luogo principale dove portare queste riflessioni debba essere il Parlamento, senza conflitti con le altre istituzioni”.
Manovra: la coperta è corta, quale dev’essere la priorità?
“Quando la coperta è corta bisogna avere il coraggio di concentrare risorse. Concordo con Giorgetti e Meloni: le risorse disponibili vanno concentrate sulle politiche per la natalità. Non è una questione di bandiera: se non aiutiamo le famiglie e i giovani a emanciparsi, perderemo la sfida di costruzione del futuro”.
Intervista a Il Messaggero