Chiesa e non profit non vanno penalizzate per l'Ici
L’anticlericalismo non penalizzi anche altre attività dall’alto contenuto sociale. leggi lalettera scritta con i colleghi degli altri schieramenti
Vediamo che la decisione del governo di preparare un emendamento sul pagamento dell’Ici da parte della Chiesa ha riportato in superficie il solito rigurgito anticlericale. Ora leggeremo con attenzione il testo. Siamo favorevoli ad una norma che spazzi via le ambiguità e chiarisca i criteri. È giusto che le attività commerciali, come peraltro già previsto, paghino l’Ici. Ma non si cerchi, nascondendosi dietro un principio di equità, di colpire e tassare tutte quelle realtà che, ospitate in immobili della Chiesa o no, svolgono un’attività di valore pubblico. Non si può colpire, con una logica statalista, chi dal basso lavora per il bene comune. Perché far pagare l’imposizione sugli immobili ad una mensa per poveri o a chi raccoglie vestiti usati o una scuola parificata? O ancora perché chiederla a chi svolge attività culturale o sportiva dilettantistica? E perché dovrebbe pagare l’Ici una onlus che cura i malati oncologici o chi si occupa di affidamenti? Si tratta di una negazione del principio di sussidiarietà e per evitare questo siamo pronti a discutere con il Governo. Del resto lo stesso principio vale già ora per altri soggetti come i sindacati, per i quali è prevista la esenzione.
Maurizio Lupi (Pdl), Ugo Sposetti (Pd), Gianluca Galletti (Uc), Gabriele Toccafondi (Pdl), Paola De Micheli (Pd), Angelo Compagnon (Udc).