Lupi: un nuovo partito alleato col centrodestra
Lupi: un nuovo partito alleato col centrodestra
Fvg apripista dell’aggregazione dopo la scissione di Alternativa popolare
«Il candidato in regione? Deve essere scelto nel territorio non a Roma»
Maurizio Lupi ha scelto di fare tappa Udine come prima uscita (politica) ufficiale dopo l’annuncio della scissione degli alfaniani. Il capogruppo di Alternativa popolare alla Camera sarà infatti domani alle 11 all’hotel Ambassador di Udine.
Onorevole, che strascichi lascia la divisione di Alternativa popolare?
«La divisione dispiace, ma ritengo sia avvenuta con le stesse modalità che avevano portato alla nascita del Nuovo centrodestra nel 2013. Con molta fatica abbiamo assolto il compito di traghettare in porto la nave Italia, seguendo tra l’altro l’intuizione di Silvio Berlusconi quando aprì alle larghe intese, e ci siamo riusciti con serietà, dignità e responsabilità politica. Adesso quel percorso si è concluso e con esso gli obiettivi prefissati».
Non c’era proprio alcuna possibilità di continuare insieme?
«L’unica sintesi possibile era quella che auspicava il sottoscritto quando rivendicava la necessità di correre in solitaria alle Politiche. Purtroppo non è stato possibile e allora di fronte alle posizioni di chi, legittimamente, rivendicava il dovere di mantenere la coerenza storica degli ultimi cinque anni e chi, invece, poneva l’accento sull’altrettanto valida necessità di restare coerenti con la nostra identità profonda, non ci è rimasto altro che separarci. Fa male, ma, come insegna anche la Chiesa, una separazione, consensuale con dignità, è sempre meglio di un divorzio».
Adesso con che prospettive rientrate nel centrodestra?
«Come ha detto Berlusconi in questi giorni noi vogliamo essere la quarta forza – popolare, liberale o centrista, chiamatela come volete- che garantisca un valore aggiunto alla coalizione. Stiamo ragionando assieme a Raffaele Fitto, Enrico Costa e Saverio Romano sulle modalità di definizione di questa quarta forza che, comunque nascerà a giorni»
Una prospettiva, la vostra, di cui Alternativa popolare in Fvg ha anticipato i tempi…
«Si, i nostri consiglieri regionali Alessandro Colautti e Paride Cargnelutti, si sono mossi, tra l’altro con il mio appoggio, prima del livello nazionale anticipando il cuore del nostro progetto che mescola la politica con l’identità e la territorialità. E questo ci ha permesso, in Fvg, di allacciare i rapporti con Renzo Tondo e, quindi, di facilitare anche l’avvicinamento a Fitto»
A proposito di Tondo: è possibile che sia il vostro candidato in un collegio uninominale alla Camera in Fvg?
«Uno dei pregi di questa legge elettorale è che, con il ritorno al maggioritario, sarà molto difficile assistere ai ‘’catapultati’’ da Roma nei diversi territori perché dovranno essere questi a scegliere i candidati. All’interno della coalizione noi, come quarta forza, abbiamo a disposizione una serie di nome autorevoli e Tondo rientra senza dubbio all’interno di quell’elenco di esponenti di estremo valore che fanno al caso nostro.»
Davvero pensa di riuscire a superare il 3% nazionale?
«Certo e, anzi, stiamo lavorando per raggiungere quote anche discretamente superiori alla soglia minima di consenso per entrare in Parlamento. Quella che vogliamo costruire è una proposta politica che, partendo da realtà radicate e presenti in tutto il Paese, conquisti il favore dell’elettorato. E sono sicuro che avremo successo aiutando, tra l’altro, Fi a fungere da traino per l’intera alleanza»
Passiamo alle Regionali. A meno di sei mesi dal voto il centrodestra deve ancora sceglie il suo candidato governatore. Lei cosa ne pensa?
«Sono convinto che il criterio, anche per la vostra regione, debba essere lo stesso utilizzato in Lombardia, Liguria e Sicilia e cioè che dovrà essere il territorio, non Roma, a decidere il nome più adatto. In fondo i cittadini si aspettano un presidente che sia autorevole nella capacità di governo e nel risolvere i problemi.»
Veramente la scelta, in Fvg, è ormai totalmente romana e in corsa paiono esserci, essenzialmente, due persone: Massimiliano Fedriga e Riccardo Ricciardi.
«È possibile, non lo nego, ma comunque da quello che ho appreso in queste settimane mi sembra che gli amici del Fvg evidenzino la necessità di provare a testare una strada che porti verso un candidato moderato che, tra l’altro, mi pare la scelta più logica da prendere per cercare di trovare la sintesi migliore all’interno di una coalizione ampia e con sensibilità certamente diverse. E questo, si badi bene, lo dico senza alcun tipo di pregiudizio di Fedriga che conosco bene e ho imparato ad apprezzare in questi anni alla Camera.»