«Docenti, la stabilizzazione ha fallito Ha creato solo ulteriore precarietà» «Detrazioni alle famiglie e fondi alle scuole per una vera parità»
La sfida più importante per l’Italia non è economica, ma è ricostruire un Paese quasi frastagliato, a pezzi. Investire sulla scuola, sull’educazione e sulla cultura diventa allora fondamentale». Riparte da qui, Maurizio Lupi, esponente di “Noi con l’Italia”, sottolineando le sfide ancora aperte.
La scorsa legislatura è stata quella della Buona scuola che cosa ha funzionato e che cosa va cambiato?
È stato importante aver messo al centro della scuola gli studenti e gli insegnanti, così come l’aver investito sull’edilizia scolastica. La stabilizzazione dei precari, invece, non è riuscita ed è fallita perché non si è stati rigidi nell’applicazione. L’idea che dopo due mesi in una scuola si possa chiedere il trasferimento non ha aiutato a stabilizzare ma ha creato ulteriore precarietà. Così come è stata un’assurdità l’aver stabilito che i 500 euro per l’aggiornamento dei docenti vadano soltanto agli insegnanti delle scuole statali e non anche a quelli delle paritarie.
Come attuare compiutamente la legge sulla parità?
Le paritarie chiudono al ritmo di 900 scuole all’anno, ma vedono comunque aumentare le iscrizioni. Ciò significa che c’è una domanda di istruzione di qualità per rafforzare il sistema scolastico nel suo complesso. Che è composto da scuole statali e scuole paritarie. Stabilito questo, la strada da percorrere è quella delle detrazioni fiscali per le famiglie e dei finanziamenti diretti dello Stato alle scuole. Con un’attenzione particolare alle paritarie che includono i disabili.
Un’altra riforma non ancora generalmente accettata è l’alternanza scuola-lavoro…
Questa è una strada da proseguire, perché l’alternanza è stata una delle migliori novità della riforma. Vedo, invece, che su questo punto la sinistra sta facendo passi indietro. Si deve operare su due fronti: una maggiore diversificazione e specializzazione nel rapporto tra scuole e aziende, perché fare alternanza al liceo classico non è lo stesso che farla all’istituto tecnico. Occorre poi rafforzare la collaborazione tra scuola e impresa e tra insegnanti e datori di lavoro per fare in modo che il progetto di alternanza diventi effettivamente educativo.
Cosa pensa della proposta di abolire le tasse universitarie a tutti?
Mi pare un’enorme stupidata, nel senso che non fa i conti con la realtà. E poi in questo modo paga sempre Pantalone, cioè i cittadini. L’accesso e la qualità dell’università non sono dati dalla gratuità. Cosa diversa è fare in modo che i meritevoli possano iscriversi anche se non sono in grado, per esempio, di pagarsi un alloggio. E qui entra in gioco il tema dell’aiuto allo studio e delle risorse a questo dedicate. La soluzione non sono gli aiuti a pioggia ma una razionalizzazione dell’offerta universitaria sul territorio. Puntando sulla qualità ma senza la pretesa che ogni paese abbia il proprio piccolo ateneo.
Intervista su Avvenire di Paolo Ferrario del 21/01/2018