Politica e verità. A trent’anni dalla caduta del Muro la testimonianza di Václav Havel alla Camera dei deputati
Politica e verità.
A trent’anni dalla caduta del Muro la testimonianza di Václav Havel alla Camera dei deputati
Si è svolta questa mattina nella prestigiosa Sala della Lupa della Camera dei deputati l’inaugurazione della mostra “Il potere dei senza potere. Interrogatorio a distanza con Vaclav Havel”. Un percorso nel pensiero e nella testimonianza del commediografo ceco, dissidente a lungo incarcerato dal regime comunista e poi protagonista della Rivoluzione di velluto del 1989 e primo presidente della Cecoslovacchia democratica.
Dopo il saluto introduttivo del vicepresidente della Camera on. Mara Carfagna, e quelli dell’ambasciatore della Repubblica Ceca a Roma Hana Hubáčková, della professoressa Annamaria Poggi della Fondazione San Paolo di Torino e dell’on. Maurizio Lupi, presidente dell’Intergruppo parlamentare per la Sussidiarietà, è intervenuta la professoressa Marta Cartabia, vicepresidente della Corte costituzionale.
Nella sua prolusione la professoressa Cartabia ha sottolineato la grande attualità del pensiero e della testimonianza di #Havel, incentrata sul tentativo di vivere nella verità che è proprio della natura di ogni uomo. Cartabia ha spiegato come alla menzogna del regime Havel opponesse non una verità filosofica, ma la verità dei fatti. E questo è molto attuale, il problema non è il libero dibattito tra opinioni diverse, il problema – ha sottolineato – è la falsificazione dei dati, della verità effettuale. “Oggi con preoccupazione dobbiamo registrare che la verità di fatto spesso è declassata a opinione” ha detto la vicepresidente della Consulta, manifestando il suo sconcerto, ad esempio, per il consenso che riscuotono le associazioni dei terrapiattisti. C’è un secondo dato – ha continuato Cartabia – che desta preoccupazione: il nostro essere continuamente mediati nel rapporto con il reale dai media e dalle nuove tecnologie. Lungi dal demonizzarle, anzi, sottolineandone il contributo di progresso, Cartabia ha voluto però applicare a questa nuova condizione, e ai rischi che comporta, la lezione di Havel: “Ciò che viene propagandato da queste nuove tecnologie è molto più in vista ai nostri occhi rispetto alla realtà nella sua fattualità, c’è una coltre che ci può separare dal dato della fattualità”, tutto questo “richiede un sovrappiù di consapevolezza da parte del singolo, un sovrappiù di intelligenza riflessiva e critica, un sovrappiù di responsabilità personale, di coraggio, di libertà, di onestà e sincerità intellettuale. Che è proprio quello che Havel con i suoi contenuti, con i suoi pensieri, con la sua vita ci ha testimoniato”.
Alla prolusione della professoressa Cartabia sono seguiti gli interventi del ministro per gli Affari europei Vincenzo Amendola e del presidente della commissione Esteri del Senato ceco Pavel Fischer, già stretto collaboratore di Havel.
Il ministro Amendola ha sottolineato l’importanza e nello stesso tempo la difficoltà di “far dialogare memoria, attualità e futuro”, è questa la radice della difficoltà delle nuove generazioni nei confronti dell’Europa. Di fronte a questa difficoltà – ha aggiunto – noi dobbiamo ricostruire una identità europea, ritrovare il collante che farà vivere, a chi non ha provato il travaglio per giungere a settant’anni di pace, l’appartenenza a una patria e a una patria europea. “Quando Havel dice che l’Europa deve essere uno spazio di libertà – ha concluso – non è uno slogan, ma una condizione della propria identità e del ‘personale’ che diventa esempio e si fa politica”.
Pavel Fischer ha portato la sua testimonianza, ha ricordato come Havel con la sua vita abbia messo in discussione un sistema totalitario, abbia risvegliato in un intero popolo il senso della responsabilità personale, e ha detto tutto il suo stupore per quello che ha visto al Meeting Di Rimini: “Non credevo che dei giovani di oggi potessero incontrarlo e conoscerlo così, ho visto che il messaggio di Havel era arrivato. Ho visto che è possibile parlare ai giovani di oggi. Grazie per questa esperienza”, ha detto rivolto alla presidente del Meeting, Emilia Guarnieri, presente in sala.
Promossa dalla Fondazione Costruiamo il Futuro e dalla Library Vaclav Havel di Praga, con il contributo di Fondazione San Paolo di Torino, Federlegno Arredo e GiGroup, la mostra è stata è stata realizzata in collaborazione con il Meeting Rimini dove, nell’agosto scorso è stata visitata da 14.000 persone.
A trent’anni dalla caduta del Muro la testimonianza di Václav Havel alla Camera dei deputati
Si è svolta questa mattina nella prestigiosa Sala della Lupa della Camera dei deputati l’inaugurazione della mostra “Il potere dei senza potere. Interrogatorio a distanza con Vaclav Havel”. Un percorso nel pensiero e nella testimonianza del commediografo ceco, dissidente a lungo incarcerato dal regime comunista e poi protagonista della Rivoluzione di velluto del 1989 e primo presidente della Cecoslovacchia democratica.
Dopo il saluto introduttivo del vicepresidente della Camera on. Mara Carfagna, e quelli dell’ambasciatore della Repubblica Ceca a Roma Hana Hubáčková, della professoressa Annamaria Poggi della Fondazione San Paolo di Torino e dell’on. Maurizio Lupi, presidente dell’Intergruppo parlamentare per la Sussidiarietà, è intervenuta la professoressa Marta Cartabia, vicepresidente della Corte costituzionale.
Nella sua prolusione la professoressa Cartabia ha sottolineato la grande attualità del pensiero e della testimonianza di #Havel, incentrata sul tentativo di vivere nella verità che è proprio della natura di ogni uomo. Cartabia ha spiegato come alla menzogna del regime Havel opponesse non una verità filosofica, ma la verità dei fatti. E questo è molto attuale, il problema non è il libero dibattito tra opinioni diverse, il problema – ha sottolineato – è la falsificazione dei dati, della verità effettuale. “Oggi con preoccupazione dobbiamo registrare che la verità di fatto spesso è declassata a opinione” ha detto la vicepresidente della Consulta, manifestando il suo sconcerto, ad esempio, per il consenso che riscuotono le associazioni dei terrapiattisti. C’è un secondo dato – ha continuato Cartabia – che desta preoccupazione: il nostro essere continuamente mediati nel rapporto con il reale dai media e dalle nuove tecnologie. Lungi dal demonizzarle, anzi, sottolineandone il contributo di progresso, Cartabia ha voluto però applicare a questa nuova condizione, e ai rischi che comporta, la lezione di Havel: “Ciò che viene propagandato da queste nuove tecnologie è molto più in vista ai nostri occhi rispetto alla realtà nella sua fattualità, c’è una coltre che ci può separare dal dato della fattualità”, tutto questo “richiede un sovrappiù di consapevolezza da parte del singolo, un sovrappiù di intelligenza riflessiva e critica, un sovrappiù di responsabilità personale, di coraggio, di libertà, di onestà e sincerità intellettuale. Che è proprio quello che Havel con i suoi contenuti, con i suoi pensieri, con la sua vita ci ha testimoniato”.
Alla prolusione della professoressa Cartabia sono seguiti gli interventi del ministro per gli Affari europei Vincenzo Amendola e del presidente della commissione Esteri del Senato ceco Pavel Fischer, già stretto collaboratore di Havel.
Il ministro Amendola ha sottolineato l’importanza e nello stesso tempo la difficoltà di “far dialogare memoria, attualità e futuro”, è questa la radice della difficoltà delle nuove generazioni nei confronti dell’Europa. Di fronte a questa difficoltà – ha aggiunto – noi dobbiamo ricostruire una identità europea, ritrovare il collante che farà vivere, a chi non ha provato il travaglio per giungere a settant’anni di pace, l’appartenenza a una patria e a una patria europea. “Quando Havel dice che l’Europa deve essere uno spazio di libertà – ha concluso – non è uno slogan, ma una condizione della propria identità e del ‘personale’ che diventa esempio e si fa politica”.
Pavel Fischer ha portato la sua testimonianza, ha ricordato come Havel con la sua vita abbia messo in discussione un sistema totalitario, abbia risvegliato in un intero popolo il senso della responsabilità personale, e ha detto tutto il suo stupore per quello che ha visto al Meeting Di Rimini: “Non credevo che dei giovani di oggi potessero incontrarlo e conoscerlo così, ho visto che il messaggio di Havel era arrivato. Ho visto che è possibile parlare ai giovani di oggi. Grazie per questa esperienza”, ha detto rivolto alla presidente del Meeting, Emilia Guarnieri, presente in sala.
Promossa dalla Fondazione Costruiamo il Futuro e dalla Library Vaclav Havel di Praga, con il contributo di Fondazione San Paolo di Torino, Federlegno Arredo e GiGroup, la mostra è stata è stata realizzata in collaborazione con il Meeting Rimini dove, nell’agosto scorso è stata visitata da 14.000 persone.