Tassa sulla Plastica: Un caso di masochismo spacciato per ambientalismo.
Tassa sulla Plastica: Un caso di masochismo spacciato per ambientalismo.
Non si possono sparare tasse a caso alla ricerca di fondi. Quella sulla plastica sembra un atto di masochismo.
Ricattato dallo slogan: la plastica inquina! (che poi inquina se la butti in mare non se la ricicli, è come al solito un problema di educazione e di investimenti).
Il Governo ha deciso di imporre una ulteriore tassa di 1euro su ogni chilogrammo di plastica prodotta. Fa molto green e mainstream, ma fa anche molti danni.
Il settore della plastica è già tassato per 450 milioni di euro come contributo al Consorzio nazionale imballaggi per la raccolta, il costo al chilo della plastica da imballaggio è di 90 centesimi, il suo prezzo di vendita è di 1,3 euro, una tassa di un euro equivale al 110% rispetto al costo.
In questo settore, che ha permesso importanti miglioramenti nel campo dell’igiene e della salute, l’Italia è un’eccellenza: 10 mila aziende, 150 mila addetti, 40 miliardi di fatturato.
Soprattutto è un settore che ha già molto investito nella raccolta e nella produzione con materiali riciclati.
Vogliamo davvero ripetere con una intera filiera industriale quanto successo alla nautica con l’inutile tassa imposta dal governo Monti, che non raccolse nulla di ciò che sperava e mise solo in crisi un intero settore?
Abbiamo presentato una interrogazione a risposta urgente al ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli per capire se e come il governo intenda ripensarci, anche di fronte alle evidenti conseguenze occupazionali che questa tassa avrebbe.