Maurizio Lupi

 Milano ai trenta all’ora? Ci si assuma la responsabilità di questa scelta.
Gennaio 11, 2023

Milano ai trenta all’ora? Ci si assuma la responsabilità di questa scelta.

Milano ai trenta all’ora? Si dica chiaramente che si vuole una città senza macchine, in cui la mobilità dei cittadini è fortemente penalizzata e ci si assuma la responsabilità di questa scelta, con le conseguenze che comporta.

Una metropoli come Milano deve essere vivibile per i cittadini e per chi ci lavora, e non rispondere a un’idea astratta e ideologica di città. Paralizzarla di fatto con queste norme demagogiche non la renderà né più green né più sicura, esaspererà solo i suoi abitanti e i suoi visitatori. Capisco le buone intenzioni di chi vuole nel 2050 arrivare all’obiettivo zero vittime in incidenti stradali, ed è vero che nell’essere investiti a 50 km all’ora si rischia la vita più che esserlo a 30 km/h, ma – a parte il fatto che se il maggior numero di incidenti si verifica nelle aree urbane, il numero di vittime è superiore sulle strade extraurbane, dove si registra anche il maggior numero di infrazioni per eccesso di velocità – le utopie sono illusioni e fumo gettato negli occhi dei cittadini.

Oppure, per azzerare gli incidenti, vogliamo mettere anche un limite stabilito per legge alla distrazione degli automobilisti? E’ questa infatti (dati Istat e Aci sul 2020) la principale causa di incidenti (16.7%), insieme al mancato rispetto della segnaletica (stop, precedenza, semafori) responsabile del 16.2% degli incidenti. Manovre irregolari e mancato rispetto della distanza di sicurezza causano il 16.2% dei sinistri. L’eccesso di velocità è la causa di del 10% del totale degli incidenti. La mancata precedenza ai pedoni che tentano di attraversare la strada sulle strisce è all’origine di 5.954 incidenti (3,36%), percentuale simile al comportamento scorretto dei pedoni stessi in (5.402 casi). I sostenitori della causa 30 all’ora citano Parigi. In un anno di applicazione del limite la velocità media è diminuita di un km l’ora.

Se vogliamo parlare seriamente di mobilità e sicurezza, parliamone, i facili slogan non aiutano.

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