Lupi – Qn: Ma il patriarcato non c’entra nulla Il Leader di Noi Moderati: le famiglie dicono troppi si «tempi di risposta brevi e formazioni per i poliziotti»
Il Leader di Noi Moderati: le famiglie dicono troppi si
«tempi di risposta brevi e formazioni per i poliziotti»
«Che la legge sui femminicidi sia stata approvata con il voto unanime di tutti i partiti è positivo ed è un passo avanti, ma dobbiamo essere onesti e dirci con franchezza che questa è solo la punta dell’iceberg». Maurizio Lupi, presidente di Noi moderati, invita a moderare l’entusiasmo e indica una rotta per affrontare a 360° un problema dalle mille sfaccettature.
Qual è la parte più importante, quella sommersa, che non ancora affrontata?
«Un’attività di prevenzione che deve articolarsi attraverso tutte le agenzie educative: in particolare la famiglia, la scuola, la società »,
Insomma, la proposta avanzata dal ministro Valditara di rendere materia didattica l’educazione affettiva?
«No, servirebbe solo a caricare gli insegnanti di un altro peso, oltre tutto inutile perché i risultati temo sarebbero limitati, come dimostrano i paesi che hanno introdotto quest’ora aggiuntiva. Piuttosto, penso che si debba valorizzare il ruolo dell insegnante come educatore e maestro . Le materie curricolari hanno a che fare con la crescita valorale degli studenti . Pensi solo a come Dante ,Omero Shakespeare testimoniano l amare la diversità dell altro . Il film di Paola Cortellesi, C’è ancora domani, per me vale più di qualsiasi lezione sulla parità , sulla violenza e sulla affettività ».
E la famiglia?
«Le famiglie dovrebbero smettere di dire sempre ’sì’ è solo proteggere i figli : i ragazzi devono essere in grado di reggere i ’no’. Questo significa insegnare a rispettare la libertà degli altri, accettando anche un rifiuto».
In tal senso, cultura e informazione hanno un notevole peso.
«Certo, il ruolo della cultura e dell’informazione è determinante, sempre. In particolare, penso sia centrale il ruolo che può svolgere il servizio pubblico, e cioè, la Rai nell’educare tutti, e non solo i più giovani ad una cultura del rispetto. Usando anche i social, che sono ormai uno dei principali luoghi educativi dei nostri figli».
Ma allora perché non avete finanziato i centri anti violenza?
«In realtà, abbiamo stanziato 50 milioni di euro per i centri di aiuto alla vita, i centri contro la violenza e per finanziare il cosiddetto ’reddito di libertà’, destinato alle donne vittime di violenza che è diventato strutturale . Un ruolo decisivo li svolgono le associazioni di volontariato del terzo settore che vanno sostenute “
E sul versante della repressione come si interviene?
«Con la sburocratizzazione. La legge appena approvata, ad esempio, prevede l’accelerazione dei tempi delle denunce. E contemporaneamente, con la formazione delle forze dell’ordine; proprio in queste ore una ragazza aggredita si è salvata facendo il segno anti-violenza con la mano. Ma il ruolo dello Stato non può limitarsi a quello della repressione: la parità tra uomo e donna non ci potrà mai essere finché c’è disparità nel lavoro tra i loro stipendi. Bisogna superare il gap».
Dalle donne si è levata la denuncia contro una società che è ancora patriarcale: come si può intervenire su questo aspetto?
«Questo secondo me uno schematismo che non ci porta lontano. La generalizzazione non aiuta . I mea culpa neanche . Serve il giudizio . Non vedo tanto il pericolo di una cultura patriarcale, quanto quello di una cultura del narcisismo, del possesso. E’ su questo fronte che bisogna agire e incidere nel profondo».
Torniamo a bomba: come mai dopo le norme approvate assieme avete votato gli ordini del giorno in ordine sparso?
«Perché è molto difficile sfuggire alla tentazione di strumentalizzare ogni tema per il consenso e perché agisce una sorta di pregiudizio ideologico sull altra parte politica Al contrario la strada deve essere diametralmente opposta. Ciò che accade interroga la nostra lacerata coscienza e chiede un lavoro comune “