Il mio intervento alla Camera sul cosiddetto “Salva Milano”.
Il mio intervento alla Camera sul cosiddetto “Salva Milano”.
A Milano, così come in molte altre città,, non ci sarà alcuna sanatoria. Chi accusa di ciò la maggioranza deve sapere che una sanatoria si applica solo in presenza di un reato o di una violazione accertata delle norme. Nel caso del cosiddetto “Salva Milano” invece, c’è solo un’indagine in corso, neanche un rinvio a giudizio.
E ricordiamo che si tratta di una città governata dal centrosinistra da anni.
Allora, perché continuare a polemizzare?
Mi viene spesso detto: “vogliamo case che consentano ai giovani di vivere a Milano, una città che invece li espelle con affitti insostenibili di 2.000 euro al mese e costi immobiliari che raggiungono i 5.000 euro al metro quadro persino in periferia”.
La mia risposta? Certo, creiamo nuovi alloggi. Ma qui nasce la vera domanda: dove costruire queste case? E come possiamo garantire il diritto all’abitazione senza consumare ulteriore suolo? Anche io sono contrario al consumo di suolo, ma l’unica strada per coniugare sostenibilità e diritto dell’abitare è chiara: recuperare e valorizzare l’edificato esistente.
Solo così possiamo rendere le città più vivibili e sostenibili. Infine, una riflessione personale.
Da ex assessore all’urbanistica di Milano, ruolo che ho ricoperto dal 1997 al 2001, non avrei mai immaginato che, nel 2024, si dovesse ancora discutere di un’interpretazione di una norma urbanistica risalente al 1942, pensata per una realtà ormai lontana.
Ma, ancora una volta, la sinistra italiana ci ricorda che alcune cose non cambiano mai.