Consiglio nazionale: si dica che il governo non si tocca
Ecco alcuni passaggi della mia intervista a Il Messaggero di giovedì 14 novembre 2013 “Lupi: in Fi solo se ci sono due coordinatori e chiarezza che il governo non si tocca”
IL GOVERNO LETTA
La domanda vera è: a cosa teniamo di più, quale deve essere il centro del nostro dibattito? L’infinita gara a chi mostra di essere più fedele a Berlusconi? O invece il confrontarci su quale atteggiamento avere per salvaguardare il bene del Paese?
La ragione per la quale è nato il governo Letta – che ricordo essere il grande progetto del presidente Berlusconi – è o no mettere in sicurezza l’Italia, affrontanto i problemi e confrontandoci sulle soluzioni?
Il 2 ottobre scorso Berlusconi in Senato ha rinnovato la fiducia a Letta fino al marzo 2015. Da qulla data ad oggi cosa è cambiato? Non molto tempo fa Berlusconi ha registrato un video nel quale ha spiegato che la leadership non la determina una qualunque poltrona bensì la stabiliscono i cittadini con il loro voto. Che la battaglia contro l’uso politico della giustizia si può e si deve fare si adentro che fuori dal Parlamento. Tutti elementi attualissimi: misuriamoci allora su questi e smettiamola di scaricare sul governo, sulla pelle dei cittadini, le tensioni pur legittime che esistono sia nel Pdl che nel Pd.
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Insisto nel dire che dobbiamo essere un grande partito che evita gli estremismi. Berlusconi ha sempre sostenuto questo governo. Cosa ci insegna il fatto che alla vigilia del 2 ottobre, quando si diceva che avremmo votato la sfiducia a Letta, il Pdl ha perso l’8 per cento dei consensi e invece dopo la fiducia abbiamo recuperato quattro punti in una settimana?
IL CONSIGLIO NAZIONALE DI SABATO
Ci sono ampi margini per recuperare l’unità del partito nel nome della leadership di Berlusconi. La cosa più importante è che il Consiglio non si trasformi in un ring in cui qualcuno cerca una rivincita rispetto al 2 ottobre speculando sul fatto che il terreno di scontro sia il grado di lealtà al presidente Berlusconi.
L’importante è che il partito che esce sia aperto alla società civile, che non produce falchetti ma esalta il merito.
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IN FORZA ITALIA
Noi siamo nati in FI, che ha segnato e segna la nostra storia politica. Si dica con chiarezza che il governo, anche in presenza di un sì del Senato alla decadenza di Berlusconi, scelta gravissima e inaudita in una democrazia, non cade, che non viene meno il nostro senso di resposnabilità.
Riconosciuta la leadership del presidente Berlusconi, spetta a lui chiarire che Forza Italia non sarà una forza politica estremista. Certo non facciamo un problema di posti per Alfano ma chiediamo che dietro Berlusconi ci possano essere due figure che rappresentino le diverse sensibilità emerse nel partito nel confronto di questi giorni.
4 thoughts on “Consiglio nazionale: si dica che il governo non si tocca”
L’errore grave che sta commettendo il Cavaliere è proprio la sostituzione del P.D.L. con F.I.
Perché nessuno dei suoi parlamentari glielo fa notare?
Non si può imporre a parlamentari del PDL, ma soprattutto a tutti gli elettori (che provengono da varie tradizioni politiche), di confluire in un partito padronale quale F.I.
Sarebbe in tal caso la fine del grande centrodestra che, proprio per merito del vecchio leader,aveva sconfitto le sinistre. Qualcuno dovrebbe ricordargli queste cose!
Concordo pienamente con quanto dice il Ministro Lupi, ma penso anche che difficilmente al Consiglio nazionale questa sensibilità verrà accolta in modo sincero e convinto; al massimo, per motivi opportunistici, si farà finta di condividerla. Concordo anche con chi afferma che è l’ora di dire basta e per sempre al partito padronale. E’ l’ora e, secondo me si è già in ritardo, di costruire un partito popolare, democratico e capace di coinvolgere le persone che vivono e affrontano i problemi quotidiani. Il partito patinato, degli slogan, dei grandi proclami non ci interessa più. Ci siamo elettori che vogliamo essere coinvolti e non vogliamo rimanere spettatori di una politica virtuale che si gioca nei salotti televisivi o nelle riunioni dei palazzi più o meno “grazioli”. Ci sono altri elettori che di fronte a qsta situazione e sono tanti si affideranno ai chiacchieroni di turno e c’è il rischio serio e reale che alle prossime tornate elettorali costoro verranno premiati: con buona pace del nostro amato paese.
Leggo adesso che Angelino, e penso tutti i governativi, non aderiranno a Forza Italia. Era inevitabile, i ritorni al passato si fanno solo per arroccarsi nella nostalgia. Berlusconi è riuscito a distruggere tutto quello che ha creato. Perchè trascinare tutti i suoi figli con lui nel
baratro? Come potrà spiegare ai suoi 8 milioni di elettori che ormai il suo orizzonte di statista non va oltre ai suoi guai personali?
Tornare a Forza Italia è evidentemente una “bischerata”; ma non c’è proprio modo di tenersi il Popolo della Libertà? “Nuovo Centrodestra” è così brutto e scialbo!!!
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