Le prossime mosse per riattivare il mercato immobiliare
Intervista a Il Messaggero di Maurizio Lupi: “Incentivi, agevolazioni e meno tasse. un decreto per le costruzioni” di giovedì 22 maggio.
Un mix a base di meno tasse, semplificazioni e incentivi, come quello già attivato per i mobili, che ha l’obiettivo di rilanciare il settore dell’edilizia e il comparto immobiliare. E’ ben chiara al ministro Maurizio Lupi la cura che serve per ridare sprint al mattone e all’indotto. In questa intervista al Messaggero, il responsabile delle Infrastrutture, delinea le prossime mosse e la strategia che il governo intende adottare per spingere la ripresa.
L’altro ieri è stato varato il cosiddetto pacchetto casa che affronta l’emergenza abitativa, fissa nuove regole, stanzia risorse importanti. Cosa avete in mente per il futuro?
«La leva fiscale ha dimostrato di funzionare bene, penso ai bonus per chi acquista mobili o a quelli legati alle ristrutturazioni edilizie, e credo che sia fondamentale proseguire su questa strada in maniera ancora più decisa.
Del resto solo gli incentivi legati alle ristrutturazioni hanno mosso l’anno scorso qualcosa come 29 miliardi e portato nelle casse dello Stato 5 miliardi con l’Iva. La strategia che abbiamo adottato non deve fermarsi».
Ci sarà un terzo decreto dopo quello varato sulla casa?
«Sì. Ci sarà un decreto del Fare 2 che completerà il quadro. A novembre abbiamo varato il Plafond casa da 2 miliardi per i mutui attraverso Cassa depositi e prestiti, che ha dato nuova energia, ieri è stata affrontata in maniera innovativa l’emergenza abitativa che crea tante tensioni sociali».
Non senza qualche protesta di piazza?
«Qualcosa è cambiato. Per la prima volta non sono stati prorogati gli sfratti, ma è partito un pacchetto di misure che
- dà sostegno agli affittuari (il Fondo per la morosità incolpevole)
- aiuta chi è in difficoltà
- Stanzia 568 milioni per l’edilizia popolare
- favorisce chi vuole riscattare un alloggio Iacp
- Ci sono quindi 100 milioni per l’housing sociale
- A favore dei proprietari, per incentivarli a mettere sul mercato gli alloggi sfitti, ci sarà poi la cedolare secca che scende dal 15 al 10% per i contratti a canone concordato. Uno sconto fiscale che avrà grande successo».
Parliamo delle prossime mosse.
«Vado per punti:
- Forti agevolazioni fiscali per le case invendute
- E incentivi per il mercato delle permute.
Due azioni in grado di rivitalizzare le compravendite. Per sbloccare il mercato immobiliare serve una scossa e un quadro complessivo di certezze. Sui due fronti abbiamo dato risposte concrete.
Ma è necessario aumentare anche l’indice di fiducia che, come noto, concorre a riattivare investimenti e acquisti. Il segnale che viene dal fronte dei mutui in ripresa è positivo. Servono poi le semplificazioni per agevolare chi costruisce».
Tutto finirà nel decreto?
«Credo di sì. Stiamo lavorando con il ministero dell’Economia e con lo Sviluppo Economico».
Il caos sulla Tasi non aiuta?
«Sulla Tasi dico che vigileremo con molta attenzione perché gli aumenti delle aliquote siano effettivamente funzionali alle detrazioni per le famiglie con figli a carico.
Aggiungo che l’Imu sulle seconde case che vengono date in affitto a canone concordato deve essere del 4 per mille. E’ una proposta che porterò avanti con l’Economia e all’interno del governo».
La contestazione più forte al suo piano casa è alla norma che prevede niente luce, gas e acqua a chi occupa abusivamente.
«La norma ribadisce un principio ovvio: la proprietà, sia pubblica che privata, va rispettata da tutti. Sembra banale, ma è la prima volta che un decreto fissa i paletti: niente acqua, luce e gas, niente residenza e impossibilità di partecipare ai bandi per le case popolari per cinque anni. Chi occupa una casa la sottrae a chi ne ha il diritto, la toglie ad altri».
Parliamo del rent to buy. L’Ance chiede che questa soluzione sia estesa anche ai privati.
«Probabilmente inseriremo la norma nel prossimo provvedimento, allo scopo di favorire l’acquisto da parte di chi è già in affitto».
Ci sono problemi con l’Economia?
«No. Tutti nell’esecutivo sono consapevoli che rilanciare questo settore è strategico, l’edilizia è il primo settore che può dare forte impulso al Pil e all’occupazione. Il governo sta facendo e farà la sua parte, ha impegnato risorse e fissato nuove regole. Andremo avariti».