Il centrodestra unito deve impedire la nascita del Partito della Nazione – Intervista al Corriere della Sera
Piuttosto che aspettare un leader si dovrebbe smettere di parlare di «tradimenti» e partire da un programma comune
ROMA Visto che le elezioni regionali di fine mese vengono vissute anche in chiave sportiva, chiediamo a Maurizio Lupi, ex ministro delle Infrastrutture, oggi capogruppo di Area popolare (Ncd e Udc) alla Camera, il suo pronostico: 4 a 3 per il centrosinistra, 5 a 2, 6 a 1…
«Mai fatte scommesse. Piuttosto, ho una terribile paura che i non votanti superino il 50 per cento, come in Emilia-Romagna e Calabria».
La reazione di Renzi allora fu: l’importante è vincere.
«Renzi dovrebbe ricordare che questo governo nasce dopo le elezioni politiche del 2013, quando gli elettori non fecero vincere nessuno. Noi e il Pd ci siamo impegnati a far tornare la fiducia verso le istituzioni».
Il risultato delle regionali può mettere in crisi il governo?
«In Italia tutte le elezioni sono test politici. Ma questo è un governo di ricostruzione, non si potranno misurare agevolmente sconfitte e vittorie».
Tanto è vero che voi e il Pd non siete alleati in nessuna delle 7 regioni in cui si vota.
«Io penso che se avranno successo, ad esempio, Stefano Caldoro in Campania, Claudio Ricci in Umbria e Giovanni Toti in Liguria, il governo ne uscirà rafforzato».
Sarebbero tre sconfitte per Renzi.
«Sarebbe un altro segnale che il governo non è un monocolore Pd, aumenterebbe il nostro peso e quello delle nostre battaglie liberali».
Se viceversa Renzi vincesse in 6 regioni su 7, sarebbe una vostra sonora sconfitta?
«Una pesante sconfitta del centrodestra, che non in tutte le regioni è unito, e dovremo allora valutare il risultato ottenuto dalla proposta innovativa di Area popolare».
In Liguria e Umbria siete alleati con la Lega, dopo aver espresso rifiuto per gli estremismi.
«È Salvini che, dopo aver detto “nessuna alleanza con Ncd”, si è accodato sul candidato di Forza Italia in Liguria e su Ricci, nostro candidato, in Umbria».
Fitto ha creato i conservatori-riformatori, Berlusconi vuole dare vita ai Repubblicani. Troppa folla nel centro-destra?
«Fitto capisce ora ciò che noi abbiamo capito venti mesi fa: con Forza Italia, che è solo il ricordo di un passato glorioso, non si va lontano».
Per essere alternativi a Matteo Renzi bisognerà trovare l’unità. Ci vuole un leader?
«Piuttosto che aspettare un leader, si dovrebbe smettere di parlare di “tradimenti”, come fa Berlusconi, e partire da un programma comune».
Sarete promotori di questo programma?
«Noi abbiamo cominciato condizionando l’azione di governo, e rifuggendo i populismi. Ad esempio, niente reddito di cittadinanza: ogni euro va utilizzato per creare lavoro».
Per Renzi sarebbe Berlusconi l’avversario ideale?
«Gli avversari ideali per Renzi sono Salvini o Grillo, non credibili come leader di governo. Per questo tutti assieme, Berlusconi compreso, dovremmo impedire la nascita di un Partito della Nazione omnicomprensivo».
Nunzia De Girolamo afferma che dopo le regionali dovete uscire dal governo.
«Usciremo quando sarà compiuta la missione di cambiare il Paese. E diventeremo l’alternativa a Renzi».
Sulle unioni civili ci sarà scontro?
«L’urgenza è sostenere le famiglie. Le unioni civili non sono una priorità. Le nostre condizioni restano: più diritti individuali, no all’equiparazione al matrimonio, no alle adozioni, no alla reversibilità delle pensioni».
Dopo le sue dimissioni dal ministero, nessuno di Area popolare l’ha sostituita al governo.
«Con buona pace di chi ci descrive come occupatori di poltrone! Ci interessa portare il governo in direzione dei cambiamenti in cui crediamo. Consideriamo i ministri in funzione di questo, non abbiamo fretta».
Di: Andrea Garibaldi
Fonte: Corriere della Sera