Alcoa: comprendiamo i lavoratori ma no violenza
Comprendiamolo lo stato d’animo e le ragioni dei lavoratori dell’Alcoa che stanno vivendo un momento drammatico e che hanno tutto il diritto di difendere il loro posto di lavoro, ma dall’altra parte non possiamo che condannare con fermezza ogni forma di violenza che può sfociare in tensioni gravi e ingiustificabili come quelle di oggi.
La protesta è legittima ma non deve travalicare assolutamente i limiti della civiltà. La mia solidarietà va al Responsabile Economia del Pd Stefano Fassina e sono vicino anche alle forze dell’ordine che si trovano a dover fronteggiare una situazione incandescente. Mi auguro che il governo trovi una via d’uscita per evitare il peggio: vanno garantite l’occupazione e la tenuta di un’azienda strategica per il nostro Paese.
3 thoughts on “Alcoa: comprendiamo i lavoratori ma no violenza”
Da un punto di vista legale quanto lei ha scritto è ineccepibile: la protesta non deve diventare incivile e travalicare i limiti della legge.
Tuttavia non so cosa pensare.
Qui parliamo di una situazione molto particolare. Parliamo di lavoratori che stanno per rimanere senza reddito in una zona particolarmente depressa dove trovare altre occupazioni è difficilissimo. Parliamo di una vicenda che si trascina da anni fra interventi politici e promesse non mantenute dagli stessi.
In questa situazione quando un padre di famiglia dopo anni di prese in giro si ritrova senza i mezzi per mantenere i figlie la moglie cosa deve fare? pregare e rimanere civile?
Beh io non so cosa pensare di un politico che non si rende conto che in questa situazione la violenza ci sarà e dire che è ingiustificabile facendo parte di una categoria che ha grandi responsabilità su questo disastro è quantomeno inopportuno.
Non è che non me ne rendo conto, ma rimango dell’idea che se la protesta è legittima va mantenuta tale. La violenza è da isolare e contrastare e la polizia svolge questo compito.
La violenza non è mai stata la strada più opportuna , ma se la Storia ci informa di Rivoluzioni , rivolte , atti di guerra e guerriglia , dovremmo anche domandarci il “perchè” questo accada. Credo (e lo si percepisce un po’ dovunque…) che di fronte alla manifesta sordità totale o all’ipocrita , asettica “presa visione” del problema …che rimane insoluto , i nervi saltino… Il ns Paese è assiso su una polveriera; le micce sono innumerevoli e,fortunatamente, non bastano le urla di “Masaniello” , ma …è ora di DARE RISPOSTE CONCRETE e smetterla di guardare al Cittadino come ad un imbecille da frodare e succhiare. Non è una “bandiera” quello che potrà salvarci, ma un ritrovato,reale,lasciatemi dire anche “apolitico” senso civico. E’ il momento dei “mea culpa” e di scendere a partecipare e migliorare la sofferenza e le difficoltà dei Cittadini Italiani: spiegando,guidando,condividendo. Non imponendo…”cattedraticamente”. Buon lavoro.
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