ATTACCANO VESPA, MA DIMENTICANO CIANCIMINO JR IN TV
Non ricordo grandi proteste sul servizio pubblico da parte della sinistra quando la Rai ospitava nei suoi studi Ciancimino jr, elevato da Michele Santoro a icona antimafia e condannato a tre anni per detenzione e cessione di esplosivi. Ora si alzano barricate preventive contro l’intervista a un altro figlio di mafioso, Salvo Riina, e si accusa Porta a Porta di essere il salotto del negazionismo della mafia. Vespa non ha certo bisogno di difensori, ma ai suoi accusatori di oggi io chiedo: il servizio pubblico ha a che fare con la libertà di stampa, con il dovere di informare, anche attraverso interviste con persone controverse, i telespettatori o è un mero esecutore dei desiderata della commissione di Vigilanza e dei presidenti dell’Antimafia? Credo che la commissione di Vigilanza farebbe bene ad occuparsi del fatto che il servizio pubblico offra un buon servizio e tenga l’opinione pubblica informata sui fatti senza chiedere ai suoi giornalisti di abdicare alla propria professionalità e deontologia. Mentre dalla presidente di una Commissione delicata come l’Antimafia mi aspetterei una maggior cautela nell’uso delle parole, perché il negazionismo della mafia è ben altro.