Isee va cambiato, il calcolo della prima casa danneggia giovani e pensionati
La riforma dell’Isee, l’indicatore della situazione economica dal quale dipendono l’accesso agevolato ai servizi di welfare, i servizi sanitari e anche l’importo delle tasse universitarie, ha avuto un impatto pesante sulle famiglie italiane. E’ stato un provvedimento che ha interessato milioni di cittadini italiani. Il fatto che in questo indicatore venga calcolata la proprietà della prima casa, e oltre l’80% delle famiglie italiane è proprietaria della casa di abitazione, ha fatto sì che molti, soprattutto le famiglie con figli iscritti all’Università e i pensionati, si siano visti negare servizi che prima ricevevano. L’esclusione dal beneficio della borsa di studio di circa il 20% di quanti avevano precedentemente diritto, ha sicuramente contribuito al forte calo (15%) delle immatricolazioni universitarie; tanto che il ministro Giannini è intervenuto autonomamente innalzando le soglie Isee. Ora, se è vero, come è vero, che nel Def sono previsti interventi a favore della natalità e della famiglia, ho chiesto al presidente Renzi l’impegno a rivedere i criteri dell’Isee, ridimensionando il valore della prima casa e introducendo un quoziente Isee familiare. La crisi demografica è più grave della crisi economica che stiamo attraversando, l’impegno per il futuro del nostro paese passa di qui.