Lotteremo per il sì, poi l'alternativa a Renzi – Intervista a Il Piccolo
II capogruppo di Ap alla Camera: la nostra è una posizione coerente. II percorso finisce raggiunto lo scopo di una fase istituzionale, si aprirà un nuovo scenario
TRIESTE «Sono il primo a volere l’alternativa a Renzi ma l’Italia non sarà più forte votando no al referendum. L’assemblea costituente proposta da Parisi? Noi lotteremo perché vinca il sì e affinché un simile strumento non serva». Maurizio Lupi, capogruppo di Area popolare alla Camera, stronca la proposta dell’uomo scelto da Berlusconi per riunire il centrodestra: «Significherebbe tornare al punto di partenza. Se pure vincesse il no non ci sarebbero i tempi tecnici in questa legislatura: non mi pare un tema attuale».
Eppure lei guarda con convinzione al “modello Milano” Sì. E lavoreremo con Parisi, ma non ci si mette insieme solo quando si è d’accordo su tutto. Dopo il referendum ci confronteremo per tornare ad affascinare con proposte nuove. Milioni di moderati voteranno sì al referendum: dobbiamo dar loro un punto di riferimento che non sia il Pd.
Referendum: lei parla di alternativa a Renzi mentre ne sostiene il governo e si batte per il sì. Possibile? La nostra è posizione coerente. In questa legislatura non ha vinto nessuno e abbiamo sempre detto che l’obiettivo era fare le riforme. Il percorso finisce raggiunto lo scopo di una fase che è stata istituzionale prima che politica. A fine novembre sapremo l’esito del referendum e saremo avanti con l’approvazione della legge di stabilità: s’aprirà un nuovo scenario.
Da Forza Italia vi accusano di fare politica dei due forni… Finché ha retto il Nazareno, l’appoggio di FI alle riforme era convinto e l’assetto è al 90% quello deciso allora. Poi la rottura e la legge che diventa cattiva di colpo.
Cosa c’è di buono nella riforma? Le battaglie fatte nel centrodestra per il superamento del bicameralismo, la soluzione dei conflitti di competenza fra Stato e Regioni innescati dalla modifica del Titolo V, lasoppressionedelle Province.
I critici notano l’accentramento di poteri sull’esecutivo. La riforma non aumenta i poteri, ma dà certezza sui tempi di approvazione delle leggi e impone la stretta sui decreti. Ci saranno i contrappesi necessari: chi parla di accentramento lo fa pensando all’ Italicum e al suo premio di maggioranza.
La legge elettorale va bene? No. Chiederemo di abbassare il premio di maggioranza e attribuirlo alla coalizione. Bisogna anche riflettere sul doppio turno, perché il ballottaggio spingerà a votare contro e non a favore: il totem della govemabilità diventa il governo di chi ha la minoranza dei voti nel paese.
Riforma: i territori saranno tutelati? A ragione si evidenzia il rischio del ritorno a una visione centralistica: ci lavoreremo. Ma non c’è una sola sentenza della Consulta che diatorto allo Stato nei contenziosi con le Regioni: bisognava chiarire i ruoli, in nome del federalismo non possono esserci 20 modelli diversi su infrastrutture e energia, ad esempio.
Se vince il sì i meriti li prenderà Renzi, se vince il no sarete travolti con lui. Renzi ha ammesso di aver sbagliato a personalizzare, il referendum non dev’essere strumento per cacciare qualcuno ma momento per far esprimere gli italiani. Area popolare testimonia che la riforma non è fatta solo dal Pd ma da culture politiche diverse.
Ma se va male? Riavremo per altri 5 anni un sistema istituzionale fermo a quello di oggi.
E voi da che parte starete, visto che dal resto del centrodestra non arrivano carezze? All’amico Brunetta dico che dovrebbe farsi qualche domanda, se la sua posizione inizia a essere superata dallo stesso Berlusconi che ha scelto Parisi. Milioni di cittadini si sono allontanati dal centro-destra, i toni alti non hanno aiutato: per quelli ci sono il lepenismo Legista e i grillini. Noi facciamo il tifo perché nel centrodestra vinca un’idea politica di responsabilità.
Come si concilia tutto ciò con lo stile di Salvimi? In Lombardia governiamo con la Lega ma qui ha risposto bene Parisi: bisogna concentrarsi su una proposta credibile di governo e per il lepenismo non c’è spazio.
In Fvg si vota nel 2018, come per le politiche… Saremo coerenti con le scelte fatte a livello nazionale.
di D’Amelio Diego
Fonte: Il Piccolo